Tra diritti tv e sponsorizzazioni, se la Serie A non dovesse riprendere a giocare, brucerebbe circa 750 milioni di euro. Soldi che le società non vedrebbero entrare. Senza dimenticare i milioni (tra i 140 e i 190) da incasso da stadio (coppe europee comprese) che verrebbero a mancare nei bilanci dei club se magari si ricominciasse ma si giocasse a porte chiuse (ipotesi che sembra la più plausibile al momento). Tradotto: sarebbe impossibile fronteggiare i costi attuali per quasi tutta la Serie A. E almeno 12-13 società rischierebbero seriamente di non poter rispettare i propri impegni economici.
Ovvio, qui parliamo di un comparto industriale come tanti altri che in questi giorni drammatici rischiano il collasso. Ma non dobbiamo dimenticare un altro aspetto di questo stop: il calcio genera risorse fiscali non di poco conto per lo Stato. Per esempio, l’Erario soltanto dalle scommesse sportive rischia di perdere un gettito di circa 110 milioni di euro da qui a giugno se non dovessero riprendere le partite e quindi le puntate. Normale dunque, che Figc e Lega su questo abbiano una intesa totale: far ripartire il campionato e portarlo alla fine. La Uefa spalmerà i danni derivanti dal rinvio al 2021 dell’Europeo anche su federazioni, leghe e club. In Serie A puntano a una sorta di paracadute per i mancati introiti dalle tv, previsti sotto la soglia delle 304 partite su 380. Finora ne sono state giocate 257. Fonte: Il Mattino