Il Mattino “VIETATO LO SPORT ALL’APERTO”

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Per evitare di far fare sport, chiusi i parchi. Ci sarà l’arrivo di militari dell’Esercito a Napoli e in Campania, per far rispettare il divieto di uscire di casa. Sono previste a stretto giro nuove divise, per sostenere il lavoro delle forze dell’ordine, per rafforzare il presidio del territorio, specie nell’area metropolitana napoletana dove, solo nelle ultime 24 ore, sono stati registrati seicento nuovi casi di inosservanza dei dispositivi imposti dal decreto Conte.

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Ha spiegato De Luca: «Sarà un contributo importante, con grande misura ed equilibrio, ma anche con determinazione. Non è possibile estendere il servizio all’intero territorio italiano, ma vi sono aree in cui è necessario dare un segnale di fermezza e anche di repressione rispetto a comportamenti irresponsabili». 
Una svolta che ora attende decisioni concrete, con un provvedimento finalizzato ad implementare la presenza dei militari dell’Esercito che sono già presenti a Napoli e in Campania, per il progetto conosciuto come strade sicure (presente anche in altre città d’Italia). Ma la giornata di ieri ha fatto registrare anche un altro potenziale punto di svolta nella lotta al contagio da corona virus, con il provvedimento del Tar della Campania, che ha confermato (e di fatto rafforzato) la validità delle ordinanze restrittive firmate da De Luca lo scorso 13 marzo. In sintesi, il Tar rigetta una richiesta di sospensione avanzata da un privato cittadino (l’avvocato Alfredo Imparato), a proposito del divieto di passeggiare, di fare jogging in gruppo o di svolgere attività sportive all’aperto. Si tratta di un provvedimento che ha spinto il governatore a chiudere anche i parchi pubblici, nel tentativo di ridurre il via vai di persone (e di contagio) nelle nostre aree metropolitane. Ieri, la quinta sezione (presidente Santino Scudeller), con il decreto cautelare monocratico, ha respinto l’istanza cautelare di sospensione dell’ordinanza del Presidente della Regione (del 13 marzo) e del Chiarimento (del 14 marzo) che non consentono, tra l’altro, l’attività sportiva all’aperto ritenendola non compatibile con esigenze sanitarie.

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