Salvini, dt Frosinone: “C’è il tempo per terminare la stagione”
Molto difficile l’attuale situazione ed anche fare previsioni sugli eventuali ritorni in campo e la conclusione dei campionati. In merito, ai microfoni del CdS, parla il responsabile dell’Area tecnica e direttore sportivo del Frosinone, Ernesto Salvini.
Come state vivendo in generale questa situazione? «Con i calciatori abbiamo avuto contatti operativi fino a qualche giorno fa quando è arrivato il consiglio della Lega di B di restare tutti a casa. Sia nel caso inizialmente prospettato di proseguire gli allenamenti, se pur con tutte le accortezze possibili, sia in quello successivo di rimanere presso i propri domicili, la squadra ha risposto in modo splendido e la ringrazio per la collaborazione e la disponibilità. Per il momento il nostro presidente Maurizio Stirpe ha deciso di fermare tutto almeno fino al 22 marzo. Poi vedremo se ci saranno le condizioni per poter tornare ad allenarci o meno».
Si è fatto un’idea di quando e come si potrà tornare in campo? «Per quanto mi riguarda ritengo che le possibilità che questo avvenga nella prima settimana di aprile siano davvero minime. Fare in questo momento delle ipotesi con la situazione in continua evoluzione è praticamente impossibile. La speranza, ma sottolineo soltanto la speranza, è che il ritorno in campo possa avvenire tra fine aprile e inizio maggio».
La domanda che si pongono tutti: si riuscirà a finire il campionato in maniera regolare? «In tal senso la Lega di Serie B è stata chiara. Ossia si farà il possibile per termine la stagione in maniera regolare. Vale a dire far giocare le ultime dieci partite della regular season e quindi i play off e play out. Io ritengo che se si riuscirà a tornare in campo il 9 maggio, allora ci sarebbero i tempi per chiudere tutto entro il 30 giugno. Data oltre la quale non si può andare per statuto. Se poi questi tempi non dovessero esserci, ossia non si riprenderà a giocare nemmeno a inizio maggio, a quel punto il precedente dovrebbe far giurisprudenza: cristallizzazione delle classifiche come già accaduto in occasione della prima guerra mondiale».
C’è del rammarico per il fatto di non aver fermato prima il campionato, considerando che c’erano già tutti i presupposti per farlo, quando cioè il Frosinone era secondo in classifica? «Per questo fatto, in tempi non sospetti, avevo già dato la mia opinione, per cui sono molto arrabbiato che si sia andati avanti più del dovuto».
Quando bisognava fermarsi? «In occasione della sfida di fine febbraio contro la Salernitana avevo dichiarato che dal 1° marzo non si sarebbe dovuto più giocare. E questo non per un discorso di classifica, quanto piuttosto perché ritenevo giusto salvaguardare la salute del tifoso, ma lo stesso sarebbe dovuto accadere con quella dei calciatori. Soprattutto in considerazione del fatto che quest’ultimi una volta in campo non avrebbero mai potuto rispettare le prime norme dettate dal governo che erano quelle di restare tutti a una debita distanza tra di noi. E giocando una partita di calcio sappiamo che questo è impossibile. Per cui il campionato andava fermato a inizio marzo e non dopo aver fatto disputare altre due giornate».