«Non possiamo impedire ai bambini di fare sport e stare insieme agli altri. Basta solo seguire le regole che il Governo ci ha imposto, a tutela della loro salute». Rossano Vettosi, allenatore e presidente della Scuola calcio Petrarca di viale Virgilio, è un esempio virtuoso per i 130 minori che seguono gli allenamenti ogni giorno. «Anziché tenere 130 bambini dai 3 ai 13 anni davanti alla tv, al cellulare o al joystick tutto il giorno, li facciamo venire a fare esercitazioni di calcio dalle 10 alle 16 all’aperto, ma a porte chiuse per i genitori». Ovviamente Vettosi rispetta alla lettera il decreto di Conte: niente bimbi negli spogliatoi («vengono già in tuta»), ognuno ha la sua borraccia, alcol per disinfestare palloni e casacche e amuchina per lavarsi le mani ogni volta che si entra ed esce dal campo. Inoltre dopo le partite frutta fresca come antidoto al virus per ogni bimbo: «anziché merendine, patatine, coca-cola e altri cibi poco sani per la loro alimentazione diamo a ciascuno frutta fresca, per la quale spendiamo 7.500 euro l’anno». Pronti dunque a continuare a scendere in campo, perché «dobbiamo sì fronteggiare l’emergenza sanitaria, senza trascurare l’emergenza secondaria, quella cioè che vedrebbe i bambini che non vanno a scuola abbrutirsi in casa», conclude l’allenatore.