Il Covid 19 ferma Orsato & Co. Il “razzismo sanitario” dice no all’arbitraggio in Champions

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Arbitri italiani? No grazie. Gli effetti dell’emergenza Covid-19 hanno già trovato la loro applicazione, in una sorta di “razzismo sanitario” che è già noto e concreto in altri campi della vita sociale (chiedete a chi ha un figlio, un parente che lavora all’estero, soprattutto in Inghilterra, vi spiegherà a che calvario va incontro), ma che da adesso è arrivato anche in campo sportivo. Perché, dopo una telefonata all’ora di pranzo di ieri, la voce che girava dalla mattina è diventata concreta: niente arbitri italiani nel prossimo turno delle coppe europee, niente Champions (sarebbe stata verosimilmente coinvolta la squadra di Orsato) e niente Europa League (Massa più di Guida, il primo in arrivo da Arsenal-Olympiacos, l’altro da Espanyol-Wolverhampton). L’ultimo direttore di gara italiano ad essere designato in Europa, dunque, resta Michael Fabbri, che martedì scorso ha diretto Benfica-Liverpool (4-1) di Youth League. Insomma, quella categoria che il mondo ci invidiava fino a poco tempo fa (la nostra perdita di appeal non è solo colpa del Coronavirus, citofonare AIA nel caso), adesso viene con poca eleganza e poco tatto messa alla porta. Prima di approfondire, una considerazione: se invece di un team di arbitri, ci fosse stata una squadra italiana, cosa sarebbe successo, non si sarebbe giocato? Un brutto precedente… Fonte: CdS

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