Giordano: “Anche io ho giocato in uno stadio vuoto contro una spagnola”
L'ex: «Napoli, prova a vincere anche senza tifosi»
Il Napoli rallenta, così come rallenta tutta la Serie A con l’emergenza Coronavirus a fare da padrone sulle decisioni della Lega. Proprio di Lega, Napoli e partite a porte chiuse, Il Roma ne ha parlato con chi ha scritto pagine meravigliose della storia di questo club, Bruno Giordano.
Situazione Coronavirus in Serie A. Come si è comportata la Lega?«C’è stato un po’ di caos dovuto a mancanza di chiarezza. Avrebbe dovuto procedere subito con quello che si sta facendo in questi giorni. Si è perso tempo, ma ora si sta rimediando. La cosa più semplice era chiudere gli stadi e giocare a porte chiuse. L’hanno capito con un po’ di ritardo, ma l’importante è che l’abbiano capito e che si riprenda a giocare».
Diverse squadre, tra cui il Napoli, si fermano per due settimane. Questo stop rallenta oppure può aiutare?«Dipende da caso a caso, contano molto gli infortuni. Chiaro che è una situazione un po’ sfalsata, alcune squadre giocheranno in una settimana tre partite mentre altri staranno fermi dieci giorni senza giocare. Ma se vogliamo andare avanti nel calcio è chiaro che un sacrificio da una parte o dall’altra va fatto».
Quanto cambierà affrontare le partite al San Paolo senza tifosi?«Vale un po’ per tutti. Certamente l’appoggio di uno stadio, di una tifoseria come quella del Napoli è importante. Ma anche le altre squadre con presenze minori hanno sempre bisogno dell’apporto del pubblico. Dovranno essere bravi i giocatori a concentrarsi minuto dopo minuto in stadi vuoti».
Le è mai capitata una situazione simile?«A me è capitato contro il Real Madrid in Champions League. È un po’ surreale la situazione che si viene a creare, sembra una partita quasi virtuale. Devi essere, appunto, concentrato e devi avere punti di riferimento. La partita è un po’ diversa dato che il giocatore è abituato ad applausi e fischi e mancando questo qualcosa cambia anche in campo».
Quello visto nell’ultimo mese è un Napoli in ripresa. Cosa ha portato l’arrivo di Gattuso?«Gattuso ha ricompattato il gruppo e non mi sembra poco perché questa sembrava una squadra dove ognuno andava per la propria squadra. È stato bravo a ricompattare, a dare una nuova solidità alla difesa. Ancora non è un Napoli spumeggiante come ci si aspettava ad inizio stagione – perché i giocatori ci sono – ma è un Napoli che si sta riprendendo nella maniera giusta con la speranza che da qui a fine stagione possa essere una squadra sempre migliore».
A breve ci sarà Barcellona-Napoli. Si può credere nell’impresa?«La prima partita ha dimostrato di sì. Certo, giocare a Barcellona, al Camp Nou, non è affatto semplice, perché lì i blaugrana diventano quasi imbattibili. Ma hanno dimostrato qualche difficoltà, anche in campionato. Credo che se il Napoli riuscirà a tenere un ritmo alto può creare veramente grandi difficoltà».
A Barcellona a porte aperte. Scelta giusta?«Sì. Lì il problema non c’è e quindi si può fare tranquillamente. È chiaro che uno deve chiudere le porte dove sussiste il problema, ma se non c’è pericolo è giusto che il tifoso vada allo stadio».
Come può salvare la stagione il Napoli?«Può salvarla facendo il miracolo a Barcellona. Passare il turno di Champions League sarebbe qualcosa di incredibile. Vediamo anche la Coppa Italia come andrà e soprattutto come evolverà la situazione, dato che al momento non si capisce quando ci saranno le semifinali e l’eventuale finale. Ma adesso dare dimostrazione di quanto si sta facendo, ovvero che il Napoli è in crescita partita dopo partita, sarebbe molto importante. Non solo per il momento attuale, ma anche per dimostrare che i giocatori del Napoli sono all’altezza per ricominciare la stagione prossima da protagonisti». Fonte: Il Roma