Ronaldinho, le “grane” mai risolte partono dal 2009

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Ronaldinho è arrivato ad Asuncion in compagnia del fratello per fare da testimonial a un programma di assistenza sanitaria gratuita per i bambini ma, nella suite del Resort Yacht & Golf Club Paraguayo dove i due alloggiavano sono stati rinvenuti dei documenti d’identità contraffatti, con i nomi di Ronaldinho e di Roberto con la nazionalità paraguayana. Da qui il fermo disposto dalla polizia e l’inevitabile cancellazione di tutti gli eventi a cui il campione brasiliano doveva partecipare durante la permanenza ad Asuncion. I due sono senza passaporto dal 2018, quando gli è stato ritirato dalle autorità brasiliane per non aver pagato una multa di 2 milioni di euro per reati ambientali. Per la verità il Mundo Deportivo aveva rivelato che l’attaccante verdeoro aveva accettato di pagare un’ammenda di 1,3 milioni di euro in cambio della restituzione del documento di viaggio, ma quanto successo in Paraguay lascia supporre che il conto non sia stato saldato. «Si tratta certamente di un equivoco che sarà chiarito al più presto», ha precisato l’avvocato dei fratelli. A quanto, pare, però, quello del passaporto sembra essere un problema ricorrente nella vita di Ronaldinho. Il quotidiano Folha de Sao Paulo parla di una questione che va avanti dal 2009, anno dell’abuso edilizio di cui è accusata la società sua e di suo fratello. E anche di altre pendenze, che di certo non migliorano la posizione del brasiliano.

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Il Mattino

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