Cds Campania – “NAPOLI, I QUATTRO MESI DI FUOCO”. Dalla rivolta a Gattuso
Il 5 novembre l’ammutinamento e il no al ritiro quindi l’esonero di Ancelotti e l’arrivo di Gattuso
Il Napoli ai tempi della «rivolta» s’è sgretolato su se stesso, ha smarrito le coordinate – e non solo quelle tecniche – è finito in un limbo tra comunicati (del giorno dopo) e multe (del 28 novembre) che hanno spaccato in due quel microcosmo senza più convergenze. Sono scesi in campo gli avvocati, si è spalancato un contenzioso da circa due milioni e mezzo di euro che rimane ancora lì: insomma, è stato offerto ossigeno a quella fiamma che stava probabilmente covando sotto le ceneri e s’è rischiato che andasse in rogo una stagione intera. Da quella insurrezione, il Napoli non si è mai immediatamente ripreso, neanche nello 0-0 di Anfield, quando l’orgoglio d’una squadra ha accantonato, per un’ora e mezza, il mal di pancia collettivo: prima del Liverpool, e lo dicono le statistiche, c’è scappato uno 0-0 con il Genoa e l’1-1 di san Siro con il Milan; e dopo quella frattura, nell’inconsapevole abbandono in cui la squadra s’era lasciata andare, sconfitta interna con il Bologna, un pallido pareggio a Udine e la decisione di De Laurentiis di procedere con lo strappo, esonerando Ancelotti, arrivato a Napoli-Genk, la sfida che sarebbe valsa la qualificazione agli ottavi, con le idee già chiare e una cena convocata sul terrazzo del «Vesuvio» con «revoca dell’incarico di allenatore» incluso nel menù.Fonte: CdS