Tommasi, pres. AIC: “C’è un rischio anche per noi giocatori…”

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Ma le frasi, i timori, il livello della prudenza alzato dalle limitazioni imposte dal governo, hanno anche costretto i calciatori a porsi delle domande. Dubbi che fino a mercoledì non avevano. Perché è vero che gli stadi restano chiusi per gli spettatori, ma in Lombardia, Veneto e nelle zone del contagio. Loro (con i vari staff tecnici) dovranno scendere in campo.

Il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi è intervenuto toccando vari punti. E non nascondendo che da ieri è iniziato un valzer di telefonate tra i capitani della squadre. «Altri sport hanno deciso di non andare in campo. Ma il calcio no, non c’è spazio né tempo (per rinviare, ndr), si gioca a porte chiuse. C’è un rischio anche per noi giocatori, dobbiamo prendere tutte le precauzioni per la sicurezza di chi gioca: in campo non si può certo rispettare la distanza di un metro, ma vanno prese tutte le misure per garantire la sicurezza. Tra i giocatori c’è chi è convinto di andare avanti e chi esprime preoccupazioni».

Si arricchisce l’elenco dei «suggerimenti» della federazione dei medici sportivi: i medici della squadra di calcio devono prestare particolare attenzione ad anamnesi, esame obiettivo e rilevazione della temperatura durante gli allenamenti e nei ritiri pre-gara. Per tutti. Fonte: Il Mattino

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