IN TRIBUNALE
Solo guardando a Serie A, B e C di calcio si possono stimare in un milione e mezzo i tifosi che in questi 30 giorni se ne dovranno restare a casa. Solo in Serie A sono 354.488 gli abbonati da risarcire senza se e senza ma, almeno stando a sentire le associazioni consumatori già sul piede di guerra: «Eventuali clausole anti-rimborso contenute nelle condizioni di abbonamento o di vendita dei biglietti, sono da considerarsi nulle», spiega l’avvocato Marco Gagliardi del Movimento Consumatori.
«Non si può derogare dal principio stabilito dagli articoli 1463 e 1464 del Codice Civile (che vertono sull’impossibilità totale o parziale della prestazione dovuta, ndr). Lo ha affermato il 24 giugno 2019 il tribunale di Roma in seguito a una nostra azione contro la Società Sportiva Lazio». I club, in sostanza, non potranno opporre alla richiesta di rimborso le clausole di scarico responsabilità per “stadi o settori chiusi per motivi indipendenti dalla volontà della società”.
«C’è chi si è già adeguato – spiega Gagliardi – come il Torino, il Bologna e la Fiorentina. Mentre sono nove i club di A sotto procedura dell’antitrust (Inter, Milan, Roma, Lazio, Juventus, Cagliari, Genoa, Udinese e Atalanta, ndr) per le clausole vessatorie inserite nei contratti offerti ai loro tifosi». Fonte: Il Mattino