Il peggio sembra passato. Ringhio vince ancora, abbraccia tutti a fine gara, ma quel gol di Edera lo amareggia. La sua gestione sta portando una evidente qualità del gioco che fino a due mesi fa e mezzo fa era solo una chimera. E ieri sera ha vinto una squadra che ha mostrato sicurezza in difesa, personalità per lunghi tratti. Non era facile passare dal Barcellona al Torino. Ma un aspetto non è andato per il verso giusto: sono stati troppi gli errori in attacco per chiudere la gara. Ma il passo in avanti del Napoli c’è ed è evidente, senza mai perdere di vista il punto di partenza: gli azzurri adesso sanno muoversi con efficacia ai quattro angoli del campo, non soffrono più. Gattuso ha dato uno spartito dietro cui si intravede chiaramente un lavoro, a cominciare dagli schemi su calcio piazzato.
Gattuso, non sembra così felice per la vittoria?
«Sono molto deluso e arrabbiato per il gol che abbiamo preso nei minuti di recupero, questo è un episodio che mi fa capire che dobbiamo ancora migliorare. Ma devo dire che fino a quel momento la squadra aveva fatto bene e non era così semplice, perché avevamo contro una squadra avvelenata, che veniva qui per superare il momento negativo».
Che gara è stata?
«Siamo partiti male, abbiamo rischiato di prendere un gol. Ma devo dire che cercavo continuità nei risultati e nella prestazione e sono riuscito ad avere delle buone risposte, a parte per il gol di Edera. Sappiamo che non ci aiuta il fatto di giocare così spesso ma sono contento perché siamo usciti da un momento molto negativo».
Cosa vi attende adesso?
«Dobbiamo continuare così, a lavorare con professionalità. C’è l’Inter giovedì, una squadra che non gioca da due gare in campionato: per noi è una sfida importante e dobbiamo farci trovare pronti come in queste ultime partite».
La svolta c’è, ed è evidente.
«Ho chiesto di mettere da parte il rancore quando sono arrivato e con tutto quello che era successo. Ho chiesto di far parlare il campo. Ho detto che alla chiusura del mercato di gennaio non avrei più guardato in faccia a nessuno e così ho fatto».
Questa vittoria è una svolta?
«No, non lo è. Avevo paura del Torino, ho fatto venire il mal di testa ai miei calciatori a furia di ripeterlo. Ho il rammarico, ripeto, del gol preso. L’abbiamo tenuta in vita fino alla fine e questo non mi sta bene. Quel che conta è non dimenticare quello che abbiamo rischiato, quando facevamo le figuracce. Ora c’è una strada precisa, lavorare. Partita dopo partita».
Dopo questo esame, si fida un po’ di più?
«Non sono ragazzini dell’asilo, non sono disadattati, basta con questa storia. Sono più tranquillo dopo la prestazione con il Torino. Se ci arrabbiamo perché non abbiamo chiuso la partita sono contento: abbiamo avuto un dominio assoluto, ma portare questa partita sul filo fino al 94’…».
Ha invitato i suoi calciatori ad andare sotto la curva?
«Anche da calciatore mi è successo, non bisogna andare sotto la curva ma fare il giro di tutto lo stadio perché tutti i tifosi meritano».
Manolas e Maksimovic hanno fatto molto bene?
«La linea a 4 si sta muovendo bene, ha messo in affanno di continuo l’attacco del Torino, ci fa restare corti».
Che partita sarà con l’Inter?
«Penso di arrivare alla finale, vogliamo conquistarla. Alzare una coppa sarebbe un traguardo importante, ed è quello che vogliamo. Ma non perché penso all’Europa League, quella la voglio ottenere attraverso il campionato. Voglio alzare la coppa, senza fare altro genere di calcoli». Fonte: Il Mattino