La finale di Coppa Italia trasloca al Nord: San Siro destinazione probabile

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Nel 150esimo anniversario da Capitale, Roma subisce a sorpresa lo scippo della finale di Coppa Italia. Evento carico di significati non solo sportivi, dato che dalla stagione 2007-2008 il torneo che assegna la coccarda tricolore è stato riformato e ribattezzato “Coppa del Presidente della Repubblica”. Da allora, dodici anni fa, si gioca sempre a Roma, perché appunto è la Capitale. Simbolo del Paese e palcoscenico privilegiato per le 78 squadre che battagliano dai primi di agosto, comprese le “piccole” di serie C e D, fino alla finalissima di maggio, che permette di fregiarsi della coccarda sulla maglia e regala anche l’accesso diretto ai gironi dell’Europa League.

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Stavolta però il match clou, trasmesso in diretta su Rai Uno, col capo dello Stato seduto in tribuna d’onore, sembra incredibilmente destinato a cambiare sede: lo ha deciso ieri la Lega di Serie A, quando ha stabilito che si recupereranno il 13 maggio le partite di campionato che salteranno oggi per l’emergenza coronavirus. La finale di Coppa, prevista proprio per il 13, slitta a sua volta al 20 maggio. E qui è nato il pasticcio: dal 17 maggio, subito dopo Lazio-Brescia, penultima di Serie A, l’Olimpico chiude i cancelli per i lavori di ammodernamento in vista degli Europei. La partita d’esordio del torneo continentale, che si disputerà proprio a Roma, è in calendario il 12 giugno.

Risultato: la Capitale perde la Coppa, che a quanto pare dovrebbe traslocare al Nord, molto probabilmente a Milano, stadio San Siro. Il luogo sarà scelto dopo le semifinali della prossima settimana. Il caso naturalmente è arrivato sulla scrivania di Virginia Raggi. Che ora si sta muovendo per trovare «una soluzione affinché la finale possa essere giocata a Roma». Già nelle prossime ore la sindaca contatterà i vertici di Coni, Lega e Figc per intavolare la trattativa.

L’obiettivo è evitare il brusco trasloco della Coppa fuori dal Raccordo. Altre istituzioni locali, del resto, si sono mosse. E per partite dall’impatto simbolico molto meno marcato. Per dire, il governatore del Friuli, Fedriga, si è battuto nei giorni scorsi per evitare Udinese-Fiorentina a porte chiuse, tutto per «permettere ai tifosi l’ingresso allo stadio senza restrizioni». Obiettivo poi raggiunto, in quel caso. Ora tocca evitare uno smacco alla Capitale. Fonte: Il Mattino

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