Dries Mertens è uno sveglio, scaltro, acuto. Qualche mese fa aveva capito che l’amico e compagno Milik aveva un certo feeling con il gol. Un certo naso, anzi. E allora dopo un paio di gol di fila del polacco gli è andato vicino, gli ha stretto il naso tra le dita, come a dire «Dai anche a me un po’ del tuo fiuto per il gol». D’altra parte in campionato il polacco è il bomber azzurro (9 reti già a verbale, una ogni 126 minuti giocati), mentre Mertens – che in Champions la fa da padrone con i suoi 5 centri in 6 gare – arranca e segna meno.
IL CAMBIO DELLA GUARDIA
Nel 2020 la tendenza sembrava essere tutta in favore del polacco, capace di segnare subito alla ripresa del campionato contro l’Inter, vista anche l’indisponibilità di Mertens alle prese con qualche acciacco fisico. E invece? Nel mese di febbraio il belga è tornato a disposizione di Gattuso, si è messo sotto con il lavoro e nell’arco di 3 partite sembra aver davvero sovvertito le gerarchie. Contro Sampdoria, Lecce e Cagliari ha messo lo zampino in tre gol: due li ha segnati direttamente lui, uno lo ha propiziato con un assist, proprio per Milik contro il Lecce. Insomma, con Mertens l’attacco del Napoli ha ripreso a girare. Gattuso lo ha schierato sia da seconda punta, alle spalle del polacco, sia da falso nove come contro il Cagliari, ricordando i bei tempi che furono sotto la gestione Sarri. Fonte: Il Mattino