Il Napoli “rivede” l’Europa. Ora bisogna scoprire quale. Dopo la gara di Marassi, ne parla Francesco Marolda sulle pagine del Corriere dello Sport:
C’era una volta il Napoli. No, non quello più recente che ricomincia a farsi rispettare, ma quello degli ultimi successi. Roba, ormai, di cinque stagioni fa: una Coppa Italia e una Supercoppa nazionale, ricordate? Erano i tempi di Benitez allenatore: uno che alzava il telefono e convertiva alla maglia azzurra giovanotti come Higuain e Koulibaly, Albiol e Callejon, giusto per dirne quattro. Poi vennero i giardinetti di Sarri e gli orti di Ancelotti, i quali quel lascito di don Rafele se lo sono“mangiato” un po’ alla volta e senza vincere più niente. Detta così, però, potrebbe sembrare che da cinque anni a questa parte il Napoli è stato tirchio, avaro, taccagno. Pidocchioso, insomma. Un Napoli con il braccio corto che ha consumato un po’ alla volta quel che aveva. Cosa che giustificherebbe quell’indignata e persino minacciosa esclamazione: caccia i soldi, preside’. Indignata, minacciosa, ma sicuramente ingenerosa. Sì, perché partendo proprio delle stagioni di Sarri e di Ancelotti sino ad arrivare alla mano in tasca di qualche giorno fa, il Napoli di soldi ne ha spesi come mai: quasi mezzo miliardo di euro in cinque anni. Per la precisione: 476 milioni. Questa la cifra affidata da De Laurentiis a Giuntoli per le ultime cinque collezioni estate-inverno. Vero, i prezzi del mercato del pallone sono diventati pazzi, ma comunque sia, un terzo posto, tre secondi posti e quest’anno sicuramente peggio che bilancio sarà? Come potrà essere giudicato questo quinquennio di Giuntoli ds che ha regalato, sì, quattro partecipazioni Champions ma null’altro? Per dirla tutta: l’impresa ne è valsa la spesa? No, se è vero che per ogni partecipazione Champions il Napoli ha speso, in media, ricavi esclusi, si capisce,120 milioni per ricavarne, al massimo ogni volta la metà. Cosicché, il problema non è: caccia i soldi, preside’, piuttosto: spendi bene i soldi, preside’. Esempio: non meritava molto di meglio questa stagione ancora aperta, per la quale tra luglio e gennaio il Napoli ha messo sul bancone del mercato 183 milioni e passa, più gli ingaggi di Ancelotti e il suo staff? Chi ha sbagliato? Prima o poi qualcuno dovrà pur spiegarlo. A meno che non ci pensi Gattuso a chiudere il libro degli errori e a riaprire, come sta facendo da tre partite a questa parte, quello delle speranze e delle ambizioni. Perché, incredibile ma vero, gli ultimi inciampi dell’Atalanta e della Roma e il successo sofferto del Napoli di ieri, riaprono i giochi per l’Europa. Per quale Europa? Eh, bella domanda.