Di Cianni, manager di KPMG: “Il modello De Laurentiis funziona al 100%”
Il Napoli economicamente deve centrare un posto in Europa altrimenti mancherebbero 50 milioni
Antonio Di Cianni, manager di KPMG Football Benchmark (ramo della consulenza sportiva di KPMG), in un’intervista a “il Mattino”, conosce bene i conti del Napoli. «Nell’ultimo studio sul valore di impresa dei 32 migliori club europei, redatto nel gennaio 2019, quello di De Laurentiis si è collocato al diciottesimo posto, con un valore di 569 milioni».
Quanto potrebbe pesare un anno senza coppe? «In linea di massima, vi sarebbe un danno dai 50 ai 60 milioni in caso di mancata partecipazione alla Champions e dai 40 ai 50 per l’Europa League. Si tratterebbe di un contraccolpo significativo ma non un disastro: anche Roma e Inter non sono riuscite, nella loro storia recente, a qualificarsi alla Champions. Un anno può essere assorbito, anche se aumentano i costi aziendali da sopportare. Se invece l’assenza si prolunga, c’è il rischio di un ridimensionamento. Sui conti della stagione 2020-2021 vi sarebbe comunque un forte impatto».
Quanto incide questa stagione sul valore del Napoli? «Lo verificheremo a fine anno, perché la squadra ha un claudicante passo in campionato, però in Champions ha raggiunto gli ottavi. E un passaggio del turno, a priori da non escludere contro un avversario forte ma in una fase delicata come il Barcellona, potrebbe avere un impatto sui conti di circa 10 milioni».
Per un club come il Napoli, che ha un unico azionista e non ha una holding alle spalle, gli introiti della Champions e dei diritti televisivi (serie A e Uefa) rappresentano le entrate più cospicue. «Il modello De Laurentiis, con bilanci in regola e risultati importanti, funziona al cento per cento. Il presidente, con una gestione in fondo familiare, fa funzionare questo business sul piano economico e sportivo. Il Napoli, però, non è riuscito a sviluppare altre fonti di ricavo. Il settore commerciale lavora alacremente per espandersi ma non vi è stata una crescita forte: i ricavi commerciali sono stati di 36 milioni nella stagione 2011-2012 e di 43 nella stagione 2017-2018, ultimo riferimento perché quelli 2018-2019 non sono stati pubblicati. Dunque, una crescita lenta. Naturalmente c’è un altro punto ed è lo stadio, ovvero lo sfruttamento dei suoi servizi, con quei ricavi no match day che hanno fatto crescere il fatturato della Juve. Ma è un problema che riguarda il 90 per cento dei club italiani. Vedremo, dopo i lavori di restyling dell’impianto e la convenzione decennale per la gestione siglata con il Comune, se vi sarà un passo in avanti».
Nei momenti di difficoltà, senza rendersi bene conto della solidità e della serietà dell’azienda Napoli, i tifosi sognano il magnate o lo sceicco al posto di De Laurentiis. «Ma il magnate o lo sceicco dovrebbe comunque rispettare i paletti del Fair Play Finanziario, che fa sì che i club non possano spendere più di quanto guadagnano. Vi sarebbe una crescita, però lenta. Il Napoli, che ha giocato alla pari della Juventus negli ultimi anni, potrebbe essere arrivato a un grado di saturazione e sarebbe un’idea il supporto di capitali provenienti da Cina, Stati Uniti, Medio Oriente per un’espansione che non può prescindere dagli aspetti commerciali, come l’intensificazione delle tournée all’estero».
La Redazione
