Rapina a “Decibel” Bellini arrestati due giovani

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È stata eseguita dagli agenti del Commissariato della polizia di Posillipo (diretto da Ludovica Carpino) l’ordinanza della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due ragazzi, E.A., 22enne e di G.B., 21enne, entrambi napoletani residenti nel centro storico, accusati di aver commesso una rapina con altre tre persone da identificare. Vittima del “colpo”, avvenuto alcuni mesi fa, fu Daniele Bellini, detto “Decibel”, lo “speaker” che introduce l’ingresso del Napoli dagli spogliatoi al rettangolo verde del San Paolo nelle partite che si giocano a Fuorigrotta.

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L’ASSALTO – L’episodio si verificò nella notte tra il quattro e cinque giugno scorso. Bellini si trovava a Posillipo a bordo di un Suv, e stava rientrando nella propria abitazione in compagnia della moglie e dei due figli. L’uomo, minacciato con la pistola, fu costretto a consegnare ai malviventi orologio, effetti personali e denaro. Uno scooter che lo inseguiva si fermò sul lato posteriore del veicolo per impedirne la fuga. Subito dopo si avvicinarono alcuni individui con il volto coperto e la vittima, temendo che potessero rubare la macchina e portare via anche i bambini, tentò la fuga innestando la retromarcia, urtando anche il motorino dei rapinatori: uno di loro minacciò di morte il 40enne. Fasi drammatiche, quelle del raid. Mentre la vittima cercava di proteggere i familiari, si materializzarono altri due scooter, uno dei quali guidato da un ragazzo a volto scoperto. Due dei tre banditi salirono a bordo dei due scooter che si sono allontanati immediatamente, mentre il terzo è rimasto per qualche attimo sul posto, tentando invano di recuperare lo scooter danneggiato, per poi scappare a piedi.

LE INDAGINI – Partendo proprio dallo scooter danneggiato e sequestrato successivamente, le indagini hanno portato alla identificazione dei due arrestati ieri. Diverse le immagini visionate dal sistema di videosorveglianza che hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dai rapinatori e di confrontare l’abbigliamento indossato dai giovani con quello descritto in fase di denuncia dalla vittima, la cui collaborazione è stata determinante per risalire all’individuazione dei responsabili. Fonte: Il mattino

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