Piccinini: “Gattuso è tatticamente chiaro, Napoli sbloccato mentalmente”

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Il giornalista Sandro Piccinini è intervenuto alla trasmissione del martedì di Casa Napoli condotta da Max Viggiani, Pietro Maiello e Lida Sabic.

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Napoli-Juventus 2-1. Ci sono più meriti degli azzurri o demeriti dei bianconeri?

“Direi più meriti del Napoli. Il Napoli ha giocato una partita tatticamente perfetta e con lo spirito giusto, alla Gattuso. Anche l’appoggio del pubblico è stato importante. Ha ritrovato quel pizzico di entusiasmo che è fondamentale e che in questi mesi si era perso. Quindi è stato un Napoli che ha giocato ad un grande livello, anche compatibilmente con le possibilità attuali dello stato di forma. La Juventus è andata in difficoltà, considerato il potenziale della rosa. Ma non è la prima volta che non riesce a sviluppare il gioco e ricordiamo che Sarri è andato alla Juventus proprio per migliorare la qualità del gioco. Onestamente questo gran miglioramento non si è visto, salvo qualche partita in Champions. Quando incontra qualche avversario come il Napoli che tiene bene il campo questi difetti emergono”.

Sarri è realmente l’uomo giusto per la Juve?

“Bisogna fare una premessa. Per me le partite le vincono i giocatori e prima ancora le società che acquistano i giocatori. Poi se hai un bravo allenatore è meglio, come se hai un pessimo allenatore che vanifica il lavoro dei giocatori e della società può fare dei danni. Premesso questo Sarri è un ottimo allenatore. Lo ha dimostrato a Napoli ma ha dimostrato anche al Chelsea che un certo tipo di gioco lo puoi fare se hai un certo tipo di giocatori. Poi non è mai semplice riprodurlo. Guardando la Juve in Champions ci sono dei tratti Sarriani e si capisce che c’è uno sforzo di lavorare in una certa direzione. Un grande allenatore deve adeguarsi alle situazioni ed al tipo di giocatori che ha. Lui sta cercando di farlo però non è automatico perché le caratteristiche cambiano. Sarri va bene per qualsiasi squadra, a patto che dimostri una certa elasticità per adeguarsi alle caratteristiche dei propri giocatori”.

Delle inseguitrici chi arriverà fino in fondo ad impensierire la Juve?

“Vedo l’Inter molto pericolosa e secondo me impensierirà la Juve fino alla fine. Ha tutte le caratteristiche, più che mai dopo il mercato di gennaio, per arrivare ad un testa a testa con la Juve. E’ una squadra cresciuta dal punto di vista delle convinzioni e ha fiducia nei propri mezzi. Ha qualche problema di gioco a centrocampo ma con Eriksen può fare un salto di qualità importante. Ci sarà da divertirsi fino alla fine”.

Visto il Napoli contro Lazio e Juve si può dire che stia uscendo dalla crisi o c’è ancora molto da lavorare? L’analisi di Piccinini

“Dalle crisi si esce anche con i risultati perché il risultato dà fiducia. Il Napoli è una squadra di qualità, al di là della classifica. Guarda caso la vittoria contro la Juve è arrivata dopo la qualificazione in Coppa Italia. Quindi vuol dire che c’è alla base anche un problema di testa. Gattuso è un allenatore che, anche se giovane, ha maturato già una certa esperienza. Ha avuto grandi allenatori e grandi scuole per apprendere. Ha lavorato tantissimo negli ultimi anni e nell’ultima stagione al Milan ha lavorato benissimo. L’allenatore ha dunque le qualità per tirare fuori il massimo. La squadra ha un potenziale molto più alto di quello che dimostra la classifica. Mi pare che adesso si sia sbloccata a livello mentale e che Gattuso abbia chiarito dal punto di vista tattico quello che vuole fare. Con Lazio e Juve ha fatto dei progressi che vanno consolidati. Sta andando nella direzione giusta”.

Piccinini è uno dei punti di riferimento per i giovani giornalisti sportivi. Chi ha ispirato invece Piccinini?

“In più occasioni ho dichiarato che Enrico Ameri è stato un riferimento. I più giovani forse non lo conoscono, ma era uno dei radiocronisti del calcio minuto per minuto alla radio. Quando sentivo Ameri mi emozionavo tantissimo. Ho cercato di portare nella telecronaca il suo stile, ovviamente con i dovuti accorgimenti. Però il modello lo devo ad Enrico Ameri, che all’inizio della mia carriera imitavo anche (ride, ndr)

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