L’ex arbitro Bonfrisco analizza gli episodi dell’ ultimo turno di serie A

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Ai microfoni di CasaSerie A, l’opinione dell’ex arbitro Angelo Bonfrisco ospite fisso della trasmissione del martedì.

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L’ex giudice di gara, Angelo Bonfrisco, ci riporta alcuni punti trattati nella sua rubrica fissa dal titolo “La moviola di Bonfrisco”. Scritta e pubblicata per il sito SportSmall.it  Parliamo dell’ultimo turno di serie A e degli episodi da VAR.

L’episodio di cui si è più discusso delle partita Napoli-Juventus, il presunto fallo di mani di Cuadrado. Perché non è rigore? Il Napoli ha protestato con veemenza ma senza successo.

“Intanto il tocco/fallo di mano, crea discussione ogni volta. Però l’arbitro dovrebbe approfittare  delle sfaccettature delle indicazioni che il regolamento chiarisce. in questo caso la palla colpisce le mano quindi il tocco è sicuramente involontario ma soprattutto è una posizione naturale del giocatore. Cosa che deve valutare l’arbitro. E anche se leggermente largo, sappiamo bene che se il braccio è all’altezza delle spalle, e in questo caso è molto più basso quindi non è punibile. Sarebbe anche potuta entrare in rete: l’arbitro non prende la sua decisione in base all’effetto che avrebbe potuto avere la traiettoria della palla, quel tocco non è influente. Se sono in condizione di un braccio attaccato al corpo e la palla mi sbatte addosso: non è rigore. Quindi dobbiamo sempre stare attenti a questi confini è grande difficoltà da parte dell’arbitro. Tieni presente che c’è anche una sorta di giocata o di deviazione prima che il pallone gli sbatta sulla mano. Se viene considerata giocata, per definizione non è mai punibile”.

Ma perché l’arbitro non chiarisce al capitano i motivi della non punibilità del tocco? Si sono arrabbiati tutti con lui: Manolas era davvero furioso.

“Perché in dinamica, durante la partita, magari non si ha il tempo. In ogni caso in partita si arrabbiamo tutti. Il capitano dovrebbe essere l’unico che va a parlare con l’arbitro, invece ne arrivano in 4 o 5 che lo accerchiano per avere spiegazioni. Poi è tutto discutibile, in campo, in dinamica, l’arbitro non ha sempre il tempo per spiegare tutto anche se velocemente lui dà la spiegazione. Ma se tu giocatore sei convinto che quello era rigore, chiaro che poi le proteste non si placano. Il giocatore resta sulle sue posizioni e lui si chiama arbitro perché è quello che decide cosa fare. Però se mentalmente il giocatore resta convinto che quello era rigore, vive il resto della partita in modo negativo. Cose che poi si trascinano e andremo poi sulla partita dell’Inter. Sulla gestione che dura minuti e arriva alla fine con i giocatori che perdono la testa. Cosa succede? che il giocatore viene ammonito per un fallo a centrocampo (Lautaro n.d.r.) e poi riesce a farsi mandar fuori con tutta quella reazione negativa che ha avuto. Qual è il risultato finale? Che tanto L’arbitro ha punti un fallo a centrocampo che non è in discussione, l’Inter ha giocato in 10 contro 11 fino alla fine. Per le prossime due domeniche non avrà il giocatore nelle disponibilità e le multe, le squalifiche ma soprattutto l’immagine negativa che dai e io lo consiglio a tutti i livelli non è la strategia giusta perché sicuramente la gente non si innamora di questi atteggiamenti. Anzi”.

Tutto questo effettivamente ha fatto infuriare Conte che è andato a muso duro dall’arbitro. Queste cose si vedono continuamente e poi c’è chi viene espulso e chi resta impunito. Anche su questo, non dovrebbe esserci una linea comune, cosa ne pensa Angelo Bonfrisco?

“Allora, quando hai 4, 5 persone che arrivano in modo aggressivo, l’arbitro fa fatica a memorizzare perché tutti dicono qualcosa. Magari uno o due si riescono a riconoscere o a comprendere, tutti non si riesce. Ovviamente a fine partita, l’arbitro fa rapporto, quindi lui non rivede le immagini. Tutti gli atteggiamenti non riesce a vederli, quindi magari qualcuno può sfuggire. In ogni caso l’Inter ha preso la multa per le proteste  e Lautaro ha preso la squalifica più la multa. Forse l’Inter dovrebbe rammaricarsi di non aver fatto gol nelle occasioni che le sono capitate piuttosto che arrabbiarsi per una situazione al limite o un fallo che ha portato poi all’espulsione”.

Sempre un punto di vista spassionato quello del nostro gradito ospite. Anche noi adesso cominciamo a comprendere meglio le innovazioni che il VAR ha portato.

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