CHE NUMERI. 4-3-3, mica è uno schema, è una languida ossessione collettiva di una Napoli che non è mai uscita compitamente dal «Sarrismo»: ma per applicare quel modello accattivante, diamine, non poteva che esserci una figura chiave, centrale, varia, dinamica o anche estrosa, scolastica o fantasiosa, perché sia chiaro che nessuno somiglia a un altro. Demme non è né Romano e né Jorginho, è se stesso (ovviamente), occupa lo spazio, ma non si limita a fungere da schermo dinnanzi alla difesa, nella passiva ricerca dell’angolo di passaggio per andare a spaccare le idee altrui (e tre volte l’ha fatto, non sono poche). Quelle di Demme viaggiano su standar consistenti, tredici chilometri percorsi, un test per avvicinarsi alla «maratona», ma poi anche altro, nella sua interpretazione personale del copione. FontrCdS.