LA NOTTE DI COPPA
Gattuso ha tentato ieri di smorzare il clima di tensione. I volti sono cupi, gli sguardi tristi, il clima è quello dei momenti critici. Ci sono tutti, a dormire a Castel Volturno sono rimasti anche gli indisponibili. Nessuna altra arringa del tecnico azzurro: basta caricare la squadra di parole, quello che andava detto è stato detto. «La classifica non esiste, l’Europa League è una chimera: manteniamo i piedi per terra, non pensiamo a quello che eravamo». Serenità va cercando, Gattuso, anche se stasera arrivano la Lazio e Ciro Immobile.
Non ci saranno più di 15 mila spettatori al San Paolo, d’altronde la Coppa Italia non ha mai infiammato nemmeno nei momenti di gloria, figurarsi adesso. L’aria a Castel Volturno è quella che è: opprimente per non dire livida, popolata di fantasmi non proprio impalpabili. I giorni di Gattuso sono diversi da quelli di Ancelotti: lui è a contatto con la squadra anche 4-5 ore al giorno, ne sente i sospiri, cerca di capire anche i silenzi, si occupa di ogni cosa.
In certi momenti, vorrebbe persino che tra di loro fossero più duri, durante il colloquio di domenica notte sperava che i toni si alzassero. Invece no. De Laurentiis, ancora a Roma per i postumi della dura influenza che lo ha messo ko, ieri dopo due giorni di silenzio ha chiamato il suo allenatore. Si è fatto spiegare le sue sensazioni, si è fatto raccontare le spiegazioni che ha ottenuto nelle ore di ritiro con la squadra. E Gattuso ha spiegato le sue preoccupazioni per il passo indietro di sabato. E la fiducia che stasera, con il passaggio alla semifinale, lo scenario possa cambiare. C’è una intesa: dopo la Lazio la squadra potrebbe decidere di restare in ritiro ancora. Anche se dovesse passare il turno. Di sicuro, in caso di eliminazione, sarà ritiro. Fonte: Il Mattino