È delusione, magari anche dissenso per la sostituzione, chissà, ma ciò che è certo è che quello non è Allan. Lui sa accettare il responso del campo e anche le decisioni dell’allenatore, ma in questo semestre triste, qualcosa è cambiato dentro il mediano. E non c’entra più il Psg. Allan è uscito dal proprio corpo, non è più quello delle passate stagioni, fa altro – forse perché gli viene anche chiesto – va a giocare tra le linee e non garantisce come una volta la propria feroce interdizione. E quando è entrato Demme, ha vacillato, con compostezza, senza atteggiamenti esasperati, ma con una fuga che non rientra nel proprio codice di comportamento. Però anche quello è un segnale sul momento disperato che il Napoli sta vivendo, sulla consapevolezza di difficoltà che emergono ripetutamente e che nell’ultimo mese sono state dilatate da quattro sconfitte in cinque partite che hanno minato anche le sicurezze di chi, come Allan, ne ha sempre saputo offrire, tatticamente, tecnicamente e anche caratterialmente.
CdS