A Trencìn ci torna ogni volta che può, Stanislav Lobotka. Il suo viaggio con il pallone tra i piedi parte lì, nella squadra del cuore. Ragazzo timido, impacciato ma testardo, così raccontano il giovane Stan. L’Ajax sarebbe stata la sua prima grande occasione, ma un anno, seppur giocato bene tra le fila dei giovani olandesi, non convinse il club, pronti a rispedirlo indietro dopo appena dodici mesi. «This is my dream», questo è il mio sogno, disse nella prima intervista al suo arrivo in Olanda ed è anche la frase con cui, insieme a Robert Rybnicek, il general manager del Trencìn, ha dato vita ad un altro sogno. Nel 2017 il club slovacco ha tagliato il nastro della «This is my sen» Academy (sen è sogno in slovacco), nata da un’idea della società e di Lobotka: quasi due milioni di euro investiti in un’accademia con l’obiettivo di far crescere e formare nuovi campioni slovacchi. «E ora è pronto a prendersi il Napoli. Non diventerà il migliore marcatore come Hamsik, ma lo apprezzerete in campo» ha detto di lui Rybnicek. «Non si lamentava mai, anche con la prima squadra. In campo dà sempre tutto, pronto al sacrificio e a fare il bene dei compagni». «È sempre in contatto con il nostro club e torna appena può». E da ieri, il filo lungo che riporta a casa avrà un motivo in più: si chiama Linda, la primogenita di casa Lobotka. Doveva nascere in Spagna, ma il trasferimento al Napoli ha cambiato i piani, così Stan e la compagna Daniela hanno deciso di farla nascere proprio a Trencìn. Perché per uno slovacco nessun posto è come casa. Una volta in più.
Fonte e foto: Il Mattino