Doppio ex Sandro Abbondanza: “C’è un “Oooh” di meraviglia del pubblico che non potrò mai scordare”

Il doppio ex Sandro Abbondanza, che ieri ha compiuto gli anni, è convinto in un colpo all’Olimpico

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 Abbondanza: «Lazio-Napoli non è già scritta»

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 Dopo la sconfitta casalinga contro l’Inter, il Napoli ha bisogno di ripartire . Sabato sarà tempo di trasferta a Roma contro la Lazio.  Il doppio ex di oggi è Sandro Abbondanza, che in occasione del suo 71º compleanno, ricorda i momenti vissuti con entrambe le maglie:

Dopo la bella reazione contro il Sassuolo, quanto pesa la sconfitta contro l’Inter per il Napoli? «Difficile da quantificare, ma questo dipenderà dalla testa dei giocatori, dall’allenatore, dallo staff e quanto sapranno ritrovare un po’ di autostima».

Su cosa bisogna lavorare per crescere?«Più che crescere serve uscire fuori da questa situazione, che anche rispetto alle gare che il Napoli dovrà affrontare, sembra farsi più difficile. Quindi probabilmente il Napoli dovrà cercare di mettersi nella condizione di fare punti, giocando anche nella maniera non convenzionale. Giocare da grande squadra non sta dando i frutti sperati, quindi bisognerebbe lasciar da parte il fioretto e tirare fuori la sciabola, intanto che le cose non si ristabilizzano. Perché se si continua a giocare da grande squadra, con tutti i difetti che stanno emergendo in questo momento, può essere difficile contro tutti».

Per il Napoli l’obiettivo Champions è ancora possibile?«Non scherziamo. Adesso la cosa più importante è quella di tirarsi fuori da una situazione che può diventare difficile. Non per essere pessimista, ma ora arriveranno Lazio, Fiorentina e Juventus. Ora servono i punti, non importa come, però occorre farli. Quindi la Champions e lontana e non bisogna pensarci, ragionando partita dopo partita e cercando di ottenere il massimo. Credo sia poco realistico pensare alla Champions ».

Sabato ci sarà Lazio-Napoli: cosa potrà fare la differenza in questa sfida?«Non è una partita già scritta, il bello del calcio è soprattutto questo, che certi risultati che non ti aspetti possano sempre accadere. Dipenderà tanto dal Napoli, dalla volontà, come i giocatori scenderanno in campo, da come entreranno nei contrasti e da quanto veramente vorranno sputare l’anima. Le motivazioni potranno fare la differenza. Le tattiche sono relative, contano tanto il cuore e la testa. Inoltre il Napoli dovrà correre molto di più, perché stando ai dati forniti, questa è una squadra che corre sempre meno rispetto all’avversario».

Cosa deve temere di più Gattuso della Lazio?«Prima di tutto la squadra nel suo complesso. Attenzione a Immobile, Milinkovic, ma non solo. La Lazio è una squadra che sa stare bene in campo ed è in un momento di particolare autostima. Gli va tutto bene e vincono partite che sembrano oramai perse o pareggiate. Però il Napoli ha i mezzi per poter contrastare i capitolini. Anche se al momento non vediamo tante cose simpatiche in campo, anche nell’atteggiamento di alcuni giocatori, da questa leggerezza. Come dicevo prima, oggi si dovrebbe usare di più la sciabola».

E Inzaghi del Napoli? «La reazione, la voglia di riprendersi e giocare da grande squadra. Ma la Lazio affronterà l’avversario in maniera corretta, sono molto motivati e credo sia la cosa più importante ad oggi ».

Quanta differenza c’è tra l’ambiente laziale e quello napoletano?«È passato tanto tempo da quando giocavo, quindi è cambiato tanto fino ad oggi. Tra l’altro ero giovane e quindi stavo bene in entrambe le piazze. L’unica differenza è che alla Lazio ero conun po’ di più, non essendo romano. Mentre a Napoli i napoletani devono lottare maggiormente per cercare di imporsi. Talvolta quando le cose non vanno bene la colpa è sempre nostra. Con il tempo l’ho capito, magari non a quei tempi perché ero giovane».

Appunto, un napoletano a Napoli. E Insigne?«Il Napoli non va bene e quindi i napoletani se la prendono con lui, perché lo ritengono un giocatore importante, un talento e da lui ci si aspetta che faccia meglio degli altri o che in momenti del genere si carichi la squadra sulle spalle. Però non tutti hanno le stesse caratteristiche. Si può essere talenti, ma possono mancare queste cose. Non dovremmo pretendere tanto da lui, ci sono altri 10 giocatori in campo. Ognuno dovrebbe fare la sua parte, non solo Insigne».

Quale il ricordo più bello per lei a Napoli?«Quando ho esordito, perché coronavo un sogno. Giocare nella squadra in cui ero cresciuto, la squadra della mia città e con la numero 10 tra l’altro. Quello sicuramente è il momento più bello, che resta indelebile. Non dimenticherò mai la prima palla che mi è capitata: era uno spiovente, qualcuno aveva calciato molto alto – come si faceva un tempo – ed io con il collo piede l’ho addomesticata e messa a terra. Dopodiché ho sentito un “Oooh” di meraviglia del pubblico che non potrò mai scordare ». Fonte: Il Rom

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