NAPOLI. Comincia il 2020 del Napoli, con la speranza e l’intenzione che sia del tutto diverso dal 2019 amaro che gli azzurri si sono lasciati alle spalle. Non sarà un inizio semplice: lunedì c’è l’Inter per l’ultima gara interna del girone d’andata. Dopo la Lazio in trasferta, il girone di ritorno comincerà con due partite in casa, contro Fiorentina e Juventus. Impegni non semplici, anche considerando che la squadra viola ha cambiato l’allenatore. Per uscire bene da questo difficile inizio di 2020 serve l’apporto del pubblico. Lunedì contro l’Inter la risposta del San Paolo ci sarà: a Fuorigrotta sono previsti circa 40 mila spettatori.
Niente pienone, ormai non se ne vedono più da tempo. Ma il Napoli sa quanto sia importante la vicinanza dei tifosi: ecco perché ieri la società azzurra ha lanciato una mini campagna abbonamenti valida solo per il girone di ritorno. Prezzi convenienti (145 euro le curve per tutte le partite interne) con il tentativo di far salire il numero di spettatori “fissi” al San Paolo, per ritoccare il numero di 15 mila abbonati sottoscritti nella campagna estiva.
Ma anche ammesso che si riuscirà a riempire di più il San Paolo, bisognerà fare i conti con lo “sciopero” del tifo nelle due curve. Nemmeno contro l’Inter i tifosi organizzati della Curva A e B entreranno al San Paolo. Prosegue la protesta contro il regolamento d’uso dello stadio e le fortissime restrizioni che stanno portando a Daspo e multe anche per delle irregolarità di poco conto. In sostanza, col nuovo regolamento in curva non si può fare il tifo con canti, cori, colori e coi tifosi in piedi, come sempre accaduto. Una situazione che andrebbe regolamentata e sistemata, sia nell’interesse dei tifosi “normali”, che di quelli organizzati, che chiedono soltanto di fare il tifo.
E senza i cori delle curve il San Paolo sembra un teatro “silente”, che si surriscalda solo quando si fa gol, ma che mugugna alle prime difficoltà. Niente di peggio per i giocatori, che meritano di essere incoraggiati, come sempre accaduto. La protesta degli ultras proseguirà a tempo indeterminato, quindi se non cambieranno le cose fino al termine della stagione, e per tutte le competizioni. Non basterà una maggiore affluenza di pubblico a Fuorigrotta, bisogna soprattutto ricomporre la situazione e riportare il tifo organizzato al San Paolo. La squadra ha bisogno soprattutto del sostegno concreto dei tifosi e non solo di vedere gli spalti pieni.
Fonte: Il Roma