Calcio femminile – Romy Gai (AWE Sport): «il calcio italiano apripista». Grande attesa a Riyad per Juve-Lazio
La Christillin: «Uefa e Fifa sono impegnate in una battaglia ormai vinta per la parità dei diritti»
Dal Corriere dello Sport – Undici mesi dopo la finale di Supercoppa Italiana a Gedda tra Juventus e Milan, il primo evento sportivo della storia dell’Arabia Saudita nel quale alle donne fu consentito di recarsi allo stadio da sole, il calcio italiano testerà di nuovo il grado di… integrazione del gentil sesso con il mondo del pallone in Juventus-Lazio di domenica. E stando alle rassicurazioni che arrivano dagli organizzatori e della Lega, se lo scorso gennaio c’erano state polemiche perché alle donne erano stati aperti solo alcuni settori del King Abdullah Sports City di Gedda, al King Saud University Stadium di Riyad non ci saranno limitazioni di nessun tipo.
UEFA VIGILIA
Nel corso dell’Esecutivo di settembre a Lubiana il presidente dell’Uefa Ceferin aveva raccomandato alle federazioni di non andare a giocare partite ufficiali nelle nazioni dove non c’è un trattamento di pari dignità tra le donne e gli uomini. In quell’occasione il numero uno del calcio europeo indirizzò anche una lettera alla Lega chiedendo (senza ottenere una risposta ufficiale) di vigilare sul trattamento che gli organizzatori locali avrebbero riservato alle donne allo stadio. «La Uefa e la Fifa – ha detto Evelina Christillin, consigliera sia a Nyon sia a Zurigo – da anni sono impegnate in una battaglia, ormai vinta, per la parità dei diritti tra gli uomini e le donne e hanno fatto investimenti importanti nel calcio femminile. Anche l’Italia sta cominciato a farli. Pur rispettando una cultura millenaria diversa da quella occidentale, auspichiamo che anche l’Arabia Saudita si adegui a certi canoni».
NIENTE DISCRIMINAZIONI
Solo domenica capiremo se davvero il passo in avanti c’è stato, ma le rassicurazioni arrivate lasciano pochi dubbi: lo stadio è tutto esaurito (23.700 posti; 800 i tifosi bianconeri in arrivo dall’Italia, un centinaio quelli della Lazio) e non ci sono state limitazioni per le donne che hanno potuto acquistare il biglietto in tutti i settori. Undici mesi fa non era stato possibile perché, essendo allora recente la “rivoluzione” che aveva garantito maggiori libertà al gentil sesso, non tutti i settori dell’impianto di Gedda avevano i bagni per le donne. Al King Saud University di Riyad, lo stadio dell’Al-Hilal di Giovinco, invece i lavori ai servizi sono stati conclusi e dunque non ci saranno più una tribuna riservata agli uomini e una alle famiglie (con le donne) come al King Abdullah Sports City. Per il momento non sono ancora disponibili dati definitivi, ma le tifose saranno alcune migliaia.
La Redazione
CHE RIVOLUZIONE
Del resto anche lo scorso 25 novembre al Ferrari Motorsport Festival di Riyad le donne sugli spalti erano numerose e non “confinate” in un solo settore. Il provvedimento è solo uno delle innovazioni decise dal principe ereditario Mohammed bin Salman che recentemente ha abolito la segregazione delle donne nei ristoranti e nei locali pubblici (non è più obbligatorio che entrino da un ingresso secondario) dopo che aveva detto stop al divieto alla guida di automobili, all’obbligo di avere il permesso del “custode” per viaggiare all’estero e di indossare il niqab, velo integrale. Neppure l’abaya, il lungo soprabito nero, è più obbligatorio, tanto meno per le straniere. Il tutto per favorire il turismo internazionale. «Il calcio italiano – ha sottolineato Romy Gai ( il primo a sx), presidente di AWE Sport International di Londra, la società che ha svolto un ruolo chiave per portare la Supercoppa in Arabia – ha fatto da apripista a un cambiamento che 11 mesi fa sembrava impossibile. Resterà negli annali che Juve-Milan è stato il primo evento internazionale aperto alle donne e che ha contribuito ad accelerare un processo che era già iniziato e che adesso ha abbracciato anche il mondo dello sport».