Quelle due verticalizzazioni «alla Pirlo» di Allan contro il Genk, non devono essere passate inosservate a Rino Gattuso che martedì sera era davanti alla tv per seguire l’andamento della sua prossima squadra. Due aperture, una per l’assist vincente di Di Lorenzo a Milik, l’altra per lanciare Callejon a porta tu per tu con il baby portiere belga. Di rara precisione, nulla a che vedere con le giocate di un medianaccio dai piedi ruvidi. Pochi dubbi allora per il nuovo allenatore del Napoli che già immaginava di consegnare le chiavi del suo centrocampo a tre al mediano brasiliano. Tutto chiaro, al punto tale dal farglielo capire già nel primissimo allenamento di mercoledì pomeriggio. «Sarai tu a doverci guidare». Ha spiegato Gattuso ad Allan nel primo colloquio da allenatore del Napoli.
LA NUOVA VITA
Nell’idea tattica di Ringhio, allora, i compiti del brasiliano non saranno solo di rottura e di recupero palla, ma anche di gestione, soprattutto nelle ripartenze. Una bella investitura per Allan, ma anche una grande prova di fiducia da parte dell’allenatore che vede nel brasiliano l’uomo giusto per ripartire, in campo e fuori. Sì, perché dopo un mese di novembre disastroso, fatto di malumori, tensioni e musi lunghi, le nubi sulla testa del centrocampista sembrano diradarsi e l’arrivo in panchina di Gattuso rappresenta quell’arcobaleno che compare alla fine del temporale.