IL SALVABILE
Insomma, al pari di altri (leggasi ad esempio Insigne, Callejon, Fabian Ruiz, prova a scuotersi Koulibaly) lo spumeggiante ed irresistibile Dries non riesce più a raccapezzarsi. Un vero peccato, quasi un sacrilegio, perché tutto per lui pareva girare per il verso giusto, anche eccedendo le aspettative. Con l’avventura dei gironi di Champions vissuta intensamente e con enorme profitto, se solo volessimo riferirci ai 4 gol (ed un assist) nei 5 match disputati; con altresì un inizio di campionato travolgente, contrassegnato da un identico numero di sigilli (sempre 4) nelle prime 5 uscite. La partenza perfetta, e poi?
GAMBE ALL’ARIA
Dopo di che ci ha pensato la tempesta imperfetta ed inopportuna a scombussolare tutto e tutti. Ad inibire del tutto un Mertens che però già in campionato – a differenza della Coppa – cominciava a perdere colpi. Diciamo dal Verona in poi, ossia da un mese e mezzo a questa parte, naturalmente risucchiato dal periodo involutivo di tutta la squadra. Ch’era già in atto ed avrebbe successivamente generato lo score altamente deficitario di 5 pareggi e 2 sconfitte nelle ultime sette partite di campionato. Lì dove Ciro non riesce più a piazzare l’unghiata dall’oramai lontanissimo Brescia del 29 settembre (seduto in quel caffè…), pur giocandole tutte sia pur a spezzoni (in panchina in precedenza solo col Lecce, nel gran giorno di Llorente). Solo una piccola partecipazione al pareggio dell’altro ieri, con l’Udinese, innescando Zielinski con un appoggio corto. E nulla più.
Fonte: CdS