Poi dicono che i soldi nella vita non sono tutto, e sarà vero, ma probabilmente qualcosa fanno: per esempio distraggono. E non è soltanto la ricchezza che può incidere, ma anche il prestigio di approdare in una favola, a Manchester, su una delle due sponde. Ma poi c’è dell’altro: Kalidou Koulibaly ha vissuto un’estate infernale, ne è uscito ammaccato psicologicamente per la sconfitta del Senegal in coppa d’Africa, alla cui finale non ha potuto partecipare perché squalificato; è rientrato e dopo sette giorni di allenamento si è ritrovato catapultato in campo, a Firenze; e il destino, che quando decide di accanirsi sa dove colpirti, poi s’è scatenato: autogol, al 92, in Juventus-Napoli, non una partita qualsiasi in assoluto ma nel particolare una sfida che ad un certo punto dal 3-0 bianconero è diventata 3-3. Il resto l’ha fatto un cartellino rosso, con il Cagliari, e una condizione approssimativa, riconquistata proprio adesso, in queste ultime settimane, in cui gli effetti di quei mesi sono evaporati. Poi ci sarà giugno e varrà cosa disse Adl: «Ci sarà un momento in cui non potrò trattenerlo». Fonte: CdS