I giocatori non perdono tempo: se Ancelotti ha deciso di ascoltare, sa che può uscire di tutto. Ed esce di tutto: viene puntato l’indice sui carichi di lavoro che sarebbero minimi, sugli allenamenti troppo blandi, sulla necessità di cambiare passo anche nella preparazione delle gare, magari con più sedute tattiche e davanti al video. Vogliono una guida più dura, severa. Ripetono: «Dobbiamo cambiare tutto», rinfacciano ad Ancelotti. Mertens, però, tocca anche un altro punto. Lo fa in maniera schietta e brutale: questa squadra è fatta per il 4-3-3 ed è necessario che a questa soluzione si lavori di più durante la settimana. Non vogliono rompere, ma neppure soccombere. Voleva la verità ed era pronto a sentirla. Lui, Ancelotti, si dice disponibile a ogni cosa, non vuole un braccio di ferro, non li vuole sulla barricata. Insiste: non sono io da una parte e voi da un’altra, stiamo tutti insieme sulla stessa barca. La sintesi è brutale. Volete più durezza? E da domani, dice Ancelotti, si va in ritiro, proprio alla ricerca della mentalità e della compattezza che questo gruppo non ha. E si resta in ritiro fino al Genk. Poi si vede. Era una delle prerogative che De Laurentiis ha lasciato al suo tecnico: «Decida lui se e quando fare ritiro». E il capo sceglie la linea dura, dopo settimane di low profile pubblico. Puntando soprattutto a far passare un messaggio: sono convinto che tutti insieme, in questo modo, possiamo uscirne fuori. Fonte: Il Mattino