Ancelotti/Azzurri – La riunione parte seconda, nessuno si oppone al ritiro. Solo il campo dirà la verità!

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Dopo quaranta minuti con Ancelotti, la squadra resta riunita. Allan, Mertens e Callejon chiedono a tutti di restare dentro. Nessuno si oppone al ritiro: il tempo della rivolta è lontano. Con un mese di ritardo si torna a dove ci si era fermati, quel 5 novembre. A quello scontro con il vicepresidente Edoardo De Laurentiis e il direttore sportivo Giuntoli che altro non facevano che ricordare l’esigenza di stare assieme. Proprio per gli stessi motivi che sono venuti alla luce ieri. Qualche calciatore prova a capire se la squadra è per caso contraria al ritiro. Una discussione che si apre e si chiude in un baleno: nessuno si oppone, nessuno fa il bastian contrario. Però è evidente che la strada presa da Ancelotti è un vicolo senza ritorno: perché lui stesso ha detto che solo in un caso sarebbe pronto a dimettersi, ovvero se non avvertisse la fiducia della società o della squadra. Ed è evidente che qualcosa comincia a scricchiolare. Solo il campo potrà dire se ieri è stato siglato un «nuovo inizio». L’ennesimo. Di certo, l’ultimo. De Laurentiis viene aggiornato in tempo reale: sorride alla decisione del ritiro anticipato a partire da domani, era la linea che aveva dettato lui. E su cui Ancelotti si era detto «non d’accordo». Ma ora non è il tempo di capire chi ha torto e chi ha ragione. C’è una stagione da rimettere in piedi. E ci vuole una grande dose di ottimismo, in queste ore, per poter credere che sia ancora possibile. Fonte: CdS

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