De Laurentiis arriva nel quartier generale di Castel Volturno quando manca un minuto alle 13:00. È da solo nel Van perché l’unico dirigente che lo ha accompagnato, Alessandro Formisano, è giunto per conto suo un’oretta prima. La squadra, terminato l’allenamento, viene radunata in una delle salette del centro sportivo. De Laurentiis si mostra subito di buon umore, usando toni assai quieti. Si dilunga sulla serata con il Liverpool, facendo i complimenti per una prestazione che ritiene straordinaria. Ma che per lui, dovrebbe essere la normalità per il Napoli.
Un intervento in cui poi ha spiegato la sua posizione sull’ammutinamento e sullo schiaffo del rifiuto a partire per il ritiro nella notte dopo la gara con il Salisburgo. Secondo il patron, la squadra avrebbe dovuto ubbidire sia pure a malincuore, sia pur non condividendo la decisione e poi, l’indomani, chiedere un colloquio con lui. Che, spiega, probabilmente li avrebbe anche accontentati e fatti tornare a casa. Ma così no, così non è un comportamento accettabile. Impossibile, dice, passare sopra a una simile sommossa: l’immagine della società che lui dirige da anni ha subito una mortificazione ingiustificabile dalla loro rivolta. Ed è per questo che ha scelto la linea della mano dura, con la richiesta del massimo della decurtazione degli stipendi, fino al 50 per cento. Conferma le multe ma garantisce che non adirà altre vie legali, quelle dei danni per i diritti di immagine.
Ci aveva pensato, c’erano tutte le condizioni. Ma non lo farà. Perché è convinto che dal Bologna in poi sarà un bel Napoli anche in campionato. E a lui non importa il risultato: vuole la prestazione, vuole vedere il carattere e la grinta, vuole il cuore in campo. E sottolinea ancora: con gli ottavi di Champions in tasca e un bella striscia di vittorie da qui a Natale, in sede di Arbitrato (le udienze non ci saranno prima di metà gennaio) le richieste del Napoli si potrebbero abbassare notevolmente. Anzi, dice, persino annullare le multe, azzerarle. Ma adesso le multe restano.
Fonte: Il Mattino