Una carriera costellata di successi, una fama di latin lover ed una signorilità “certificata”. Sven Goran Eriksson può vantare diciotto trofei vinti in panchina ed è l’unico tecnico nella storia del calcio ad aver fatto il double scudetto-coppa nazionale nello stesso anno in tre paesi diversi: Svezia, Portogallo ed Italia. In Italia ha vinto con la Lazio, di sicuro non una squadra “storicamente” vincente:
Quella Lazio vinse lo scudetto del 2000 sulla Juve di Ancelotti. Nel 2001, tricolore alla Roma: poi scudetti per Juve, Milan ed Inter. «Nella storia della serie A, vincono sempre Inter, Milan e soprattutto Juve. Maradona ha fatto vincere tanto al Napoli, alla Roma ci sono riusciti Liedholm e Capello, alla Lazio ci sono riuscito io dopo tanti anni: è un episodio grandissimo quando una squadra così ci riesce. Mi dispiace dirlo, ma è semplice anche da capire: senza soldi non si vince uno Scudetto. La Juve, in tal senso, è come il Barcellona, il Real Madrid, il Bayern Monaco: club che hanno tutto per conquistare titoli».
Facile immaginare che conservi tanti ricordi delle sfide degli anni 80 con il Napoli di Maradona. «Ricordo che ero alla Fiorentina: giocavamo prima in Coppa Italia a Firenze e pochi giorni dopo in campionato: vincemmo in Coppa, a fine gara Diego si avvicinò e mi sorrise. Mi disse: Bravo mister, bella partita, ma domenica la musica sarà diversa. Fu tutto diverso, Maradona ci distrusse, vinse da solo. Diego era così, decideva e faceva ciò che voleva».
C’è un suo connazionale accostato al Napoli, Ibrahimovic: non è Maradona ed ha 38 anni. Consiglierebbe ad Ibra di chiudere la carriera in azzurro? «Punto primo, nessuno può permettersi di dare consigli ad Ibra (ride, ndr). Zlatan è un grande personaggio e può ancora dare tanto come calciatore: lo conosco bene, se si metterà in testa di giocare ancora a certi livelli, al Milan, al Napoli, o in un’altra squadra, farà ancora la differenza».
Fonte: Il Mattino