Silver Mele sulla situazione del Napoli: “E’ stata messa troppa polvere sotto il tappeto”

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Silver Mele, noto giornalista vicino alle vicende di casa Napoli, è intervenuto ai microfoni di Casanapoli Tv , per raccontare questo delicato momento che vive la società azzurra e per presentare la difficile partita di Champions League contro il Liverpool.

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Che sta succedendo a Napoli? Quali sono le ultime novità, anche alla luce della sfida contro il Liverpool che diventa un crocevia fondamentale per il futuro? “E’ l’immediata vigilia della partita più difficile. Oggi ho studiato, con grande attenzione, anche la gestualità di Carlo Ancelotti che si è travestito da normalizzatore.

Io credo che stia provando a fare un tentativo estremo per toccare le corde più intime dei suoi giocatori, e di uno spogliatoio che si è spaccato in maniera inattesa, clamorosa e fragorosa. Purtroppo qui ci sono le fazioni: ora vige il “tutti contro tutti” con quell’ ammutinamento immediatamente successivo alla partita contro il Salisburgo e, ancor prima, con la decisione del ritiro che arrivò alla squadra soltanto via radio e non dalla voce del presidente De Laurentiis.

E’ stata messa troppa polvere sotto il tappeto: quando i risultati non sono arrivati con continuità e i calciatori più simbolici del gruppo hanno ricordato che c’erano questioni contrattuali.

Queste questioni hanno occupato totalmente la testa dei calciatori che non sono più liberi. Da lì una prestazione non di livello contro il Genoa, e poi una prestazione, più dignitosa ma non di livello contro il Milan. Oggi Ancelotti dice, da Anfield, che domani sarà la migliore occasione: si affronta la squadra più forte di tutte, ma, paradossalmente, bisognerà giocare con la mente libera perché non c’è l’obbligo di vincere. Ancelotti le sta tentando tutte per scuotere i giocatori, l’unica cosa concreta è che sono partite le raccomandate.

De Laurentiis non vuole fare sconti, la stangata arriverà e la preoccupazione dei tifosi è che questa questione andrà anche per le lunghe. E’ prevedibile, se nessuna delle parti in causa abbasserà un pò la “spada”, che ci saranno due o tre mesi di grande tensione. I tifosi, giustamente preoccupati, si domandano come andranno in campo i calciatori: se la mente sarà libera o meno.”

La preoccupazione dei tifosi e, in generale, degli amanti del calcio è che “si sia rotto il giocattolo” che ha funzionato benissimo negli anni passati con allenatori diversi, col pubblico vicino, con un presidente vulcanico, con giocatori che avevano fame e voglia di fare qualcosa di importante. Questa paura è lontana dalla realtà? “No. Io credo che il Napoli tutto, inteso come squadra, come società e come staff tecnico non meriti di fare questa fine. Mi spiego: è probabile, perché fisiologico, che il ciclo sia giunto al crepuscolo.

Tanti calciatori che ci sono ancora oggi, per quanto esaltati da Ancelotti, hanno tirato la carretta per tanto tempo. Due anni fa, e io non l’ho mai nascosto, il Napoli avrebbe meritato lo scudetto. Ci furono anche degli episodi ad alterare la corsa con la Juventus: gli stessi episodi per i quali Sarri s’inventò l’albergo di Firenze. Oggi qualcuno lo ha dimenticato.

Questo per dire che la più bella realtà del calcio italiano, perché il Napoli di Sarri lo è stato, non merita di finire in maniera così ingloriosa ed indecorosa il suo corso. E’ giusto che qualcuno abbassi la spada, in caso contrario si arriverà ad un muro contro muro che avrà delle conseguenze devastanti. Poi toccherà riorganizzare tutto da zero, ma il rischio c’è ed è concreto. I tifosi sono la vera parte lesa. Il tifoso è quello che paga questa grandissima confusione.”

Fabian Ruiz parte con la squadra anche se non giocherà perché lievemente infortunato. Insigne fa lo stesso oppure rimane a casa? “Questo è emblematico. La posizione di Insigne è emblematica: non bisogna dimenticare che pochi giorni fa, il vice presidente del Napoli, Edo De Laurentiis, ha messo il carico alle parole dette in precedenza dal padre. Ha sottolineato, infatti, che i vecchi giocatori del Napoli, con riferimento al capitano Montervino, avessero attributi a differenza di quelli attuali.

A pensar male si fa peccato ma spesso si prende: Insigne, lamenta ancora postumi di un infortunio al gomito rimediato a San Siro con il Milan. Ma non è partito con la squadra anche se è il capitano. Ancelotti ha detto di voler sgombrare il campo dalle illazioni: “Sarebbe stato bello se ci fosse stato anche Insigne ma non c’è”.

Lui che è il capitano non segue la squadra. I dubbi di formazione ci sono e rimangono, non riguardano solo Fabian Ruiz, ma anche Mario Rui: la difesa sarà da inventare ex novo.

C’è un centrocampo con pochi centrocampisti. Si è andati troppo leggeri con le valutazioni di mercato. L’attacco sarà privo di Milik e Insigne. Giocherà Mertens con Lozano o, presumibilmente, con Llorente. La situazione è di emergenza con la quale Ancelotti si trova a fare i conti.

Fermo restando che a Milano, al 60′ minuto, il tecnico ha tolto un Callejon irriconoscibile e triste dentro, perché lo si vede. Mette Mertens, rispolverando il 4-3-3 di sarriana memoria di cui, però, non c’è più traccia. Questo per dire che la confusione è totale. Fiducia in Ancelotti che è un grandissimo e ha fatto la storia del calcio: speriamo abbia ragione lui e che la svolta possa arrivare domani quando meno te lo aspetti. Anche contro il Liverpool”.

Fonte: Casanapoli.net

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