La regina Elisabetta lo ha nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico. Lineker lo ha definito il miglior calciatore straniero nella storia della Premier. Il Chelsea, in suo onore, ha preso la maglia numero 25 e l’ha ritirata. I tifosi inglesi lo chiamano ancora «magic Box», la scatola magica. Gianfranco Zola, l’ultimo grande 10 della storia del Napoli, è convinto che la notte di Champions sia l’ideale per cancellare i cattivi pensieri. «Perché bastano tre minuti sul prato di Anfield per dimenticare ogni cosa».
Zola, a che distanza è adesso il calcio italiano da quello inglese? «Ci sono squadre di cilindrata differente, e non parlo solo del Liverpool: velocità, livello tecnico complessivo, rendono la Premier un campionato affascinante dove non è un caso che i risultati ogni giornata non siano mai scontati. Ma anche la nostra serie A sta crescendo: vedo sempre più personalità nel gioco. E non solo nelle big come Juventus e Inter: anche tante formazioni medio-piccole non rinunciano alla qualità per arrivare al risultato».
Perché non è più il nostro il campionato più bello del mondo? «Quando arrivai al Chelsea a metà degli anni 90 gli inglesi pensavano a un calcio meno tradizionale rispetto al loro passato. E iniziarono a prendere i giocatori da fuori. La loro crescita inizia da allora».
Il Liverpool domani può essere distratto dal pensiero della Premier che non vince da 30 anni? «Lì, è quello il vero obiettivo della stagione. Ma conoscete Klopp? Non è capace mica di fare calcoli, è impressionante la sua capacità di voler vincere ogni cosa. Peraltro avendo una rosa attrezzata per poter competere in ogni competizione. Perché non ci sono solo Mané, Firminio e Salah che possono, in ogni momento fare la differenza».
Il Napoli arriva malconcio. «Lo so, non è un buon momento. Ma sono notti così che possono anche segnare una rinascita. Manca Insigne ed è una grave perdita, ma gli azzurri sanno come si può battere il Liverpool, lo hanno già sorpreso in precampionato: loro sono forti in avanti, ma se riescono a non esporsi alle ripartenze possono approfittare di una linea difensiva molto alta e non proprio insuperabile. Insomma, con la fantasia di Mertens, Lozano e gli altri, il Napoli può colpire e fare danni».
L’uomo chiave chi può essere? «Penso a Callejon. Perché sarà una partita in cui quello che conta è non esporsi al loro contropiede».
Che gara si attende domani sera a Liverpool? «Anfield è un posto unico al mondo, è uno stadio che dà un vero valore aggiunto alla squadra di casa perché è un’atmosfera che si fa fatica anche a spiegare. E non solo nel campo, ma anche fuori. La squadra di Klopp è dirompente, ha capacità tecniche di primissimo livello, attacca in massa, con tre punte, due terzini e spesso anche le due mezze ali si buttano nel mezzo. Bisogna affrontarli con serenità. Come Ancelotti sa fare».
L’ammutinamento, le multe. Non è un momento semplice a Napoli? «I momenti difficili e di tensione capitano in ogni club ma quello che conta per uscirne fuori è mettere da parte le discussioni e pensare solo a come vincere e tornare in alto. E per conquistare i successi, la testa deve tornare al proprio posto, bisogna essere sereni, lucidi e concentrati. La gara col Liverpool di domani va vissuta come una opportunità per il Napoli».
Il Mattino