Nocerino: “Non è il Napoli che darebbe la 10 ad Ibra, è Ibra che si prenderebbe la dieci del Napoli”

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Antonio Nocerino, ex calciatore, napoletano di Santa Lucia, ha parlato ai microfoni de Il Mattino:

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«Non è il Napoli che darebbe la 10 ad Ibra, è Ibra che si prenderebbe la dieci del Napoli». Antonio Nocerino ha giocato con Zlatan Ibrahimovic, ha vissuto una stagione al Milan, forse la migliore della sua carriera, con 48 presenze ed 11 gol, molti di questi ispirati proprio da Zlatan. 
Un napoletano che vuol dare la maglia di Maradona ad un altro calciatore? 
«Lui è l’unico che può portarla. Ibra, quella maglia, ha le qualità per indossarla, ma non è solo questo il punto: Ibra ha la personalità per portarla, a chiunque altro verrebbe quello che a Napoli chiamiamo o scartiello per un peso del genere sulle spalle. Il 10 a Napoli non un numero, è il numero per eccellenza: per come conosco Ibra, allora, potrebbe essere lui stesso a chiedere quella maglia, a voler dimostrare di esser degno di portare questo numero». 
Nocerino, lei vive ad Orlando, ha giocato e segue il campionato statunitense. Ibra, a 38 anni, è ancora un giocatore che può essere determinante? 
«A Zlatan, due anni fa, dissero che forse doveva smettere di giocare. Questo non è successo, ha continuato e quest’anno ha avuto la media di un gol a partita, anche giocando su campi sintetici, con il ginocchio che ha tenuto alla grande. Stiamo parlando di un mostro, non devo presentare io chi è Ibra». 
Quindi consiglierebbe a De Laurentiis anche di spendere cifre importanti pur di averlo?
«Lo prendo in braccio e lo porto a Napoli se il Presidente me lo consente. Magari venisse: lui è un campione che porta benefici a tutti: dall’ambiente ai calciatori, tutti migliorano seguendo un uomo ed un atleta del suo spessore. Anche i ragazzi che sono ora in squadra potrebbero crescere con lui. Il Napoli non ha campioni del calibro di Ibra o di CR7: ha dei buonissimi calciatori, ma nessuno di questo livello. Con la mentalità di Ibra potrebbero diventare campioni: mentalmente è una bestia». 
E come si diventa una bestia?
«Pretendendo, prima di tutto da se stessi. Lui pretende di dare sempre il massimo, non il 100%, ma il 300%: non si accontenta mai, è incredibile. Chi è abituato a vincere, non è mai sazio di vincere. Chi si accontenta del poco, vincerà sempre meno. Ibra si allena sempre al top, ambisce ancora oggi a migliorarsi e soprattutto vuole vincere. Per questo lui è un campionissimo: a 38 anni lo vogliono tutti per questo motivo, già solo per il suo modo di allenarsi. Questo fa la differenza. Altrimenti a 38 anni non potrebbe giocare così». 
Avete mai parlato di Napoli?
«Che c’è da dire? Napoli è la città più bella del mondo: si sta alla grande a Napoli: Ibra non credo che abbia nessun problema a Napoli».
C’è un momento particolare che la lega ad Ibrahimovic? 
«È bastato un allenamento per farmi capire con chi avessi a che fare: il primo che ho fatto con lui al Milan. Prima palla, primo contrasto, mi fa fare un volo di cinque metri. Tutto questo senza spingermi: gli è bastato un colpo con l’anca per farmi fare un salto di cinque metri e io non sono mai stato uno morbido. Lì ho capito subito come funziona con Zlatan: devi andare a 2000 all’ora, devi dare sempre tutto, il suo era un avvertimento. Chissà dove mi avrebbe mandato con un altro colpetto dei suoi (ride, ndr). Quando vedi che Zlatan ogni attimo viaggia a 2000 all’ora, allora ti scatta quella scintilla, quello che ti fa pedalare. I risultati li vedi, ti trasmette una mentalità fantastica, vincente».

Quella che manca in questo momento al Napoli di Ancelotti? 
«Le partite del Napoli le vedo tutte: sono e sarò sempre tifoso della squadra della mia città. Ibra al Napoli è quello che manca al club da un po’ di anni a questa parte, non soltanto in questa stagione. Il Napoli è una grande squadra, ha un allenatore top. Ma, in alcuni momenti gli manca quella famosa cazzimma che è propria dei napoletani ma anche dello stesso Zlatan. Ci vogliono questi calciatori con questa personalità di spessore, che ti possono dare il cambio di passo: ad esempio Reina e Albiol erano giocatori così, Zlatan, ovviamente, lo è ancora di più. Uno come lui non soffre la pressione, si prende la responsabilità e nei momenti topici ti decide le partite. Il cambio di mentalità che ti regala uno così è incredibile tanto che può cambiare l’inerzia di una stagione. Non so quanto potrebbe costare uno come Ibrahimovic, non so quanto sia pesante l’ingaggio per la società e quanto possa incidere nel bilancio, ma il beneficio è talmente alto dall’averlo nel proprio club che vale anche uno sforzo economico importante. Mi auguro con tutto il cuore che a Napoli lo possano ammirare dal vivo». 
Nocerino, da napoletano, quanto le sarebbe piaciuto giocare nel Napoli con Ibrahimovic? 
«Anche senza Ibra sarebbe stato il sogno di una carriera giocare con la maglia della mia città. Era ed è il mio sogno: non avrei guardato allo stipendio, a null’altro che alla maglia. Non ho mai avuto quest’onore, questa fortuna: se avessi avuto questa chance, starei ancora lì a giocare». Fonte: Il Mattino

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