Il punto della situazione – di R. Muni: “Separati in casa”
Il mondo del calcio napoletano sembra nel pieno di una separazione in casa. La rottura più grossa è quella tra squadra e tifoseria e si è ufficializzata al triplice fischio di Napoli-Genoa. Nonostante la settimana turbolenta, che ha preceduto il match con il grifone, il pubblico del San Paolo ha sostenuto la squadra del cuore fino all’ultimo istante di gioco. Enorme e comprensibile è stata la delusione per una nuova prova mediocre ed il conseguente pareggio a reti inviolate. La tifoseria è disorientata, poiché la stagione finora deludente degli azzurri è un fulmine a ciel sereno ed è divisa su chi sia il colpevole di questa debacle. Secondo alcuni, sarebbe il tecnico Ancelotti il principale responsabile di questo momento ed un cambio di guida tecnica sarebbe l’unica via percorribile per dare una scossa che risvegli la squadra dal torpore di questi tempi. Secondo altri, la situazione attuale sarebbe dovuta ai famosi nodi della gestione societaria, più simile ad un’impresa individuale che ad una società per azioni, venuti al pettine. In realtà, l’assenza di una struttura societaria, degna di tale nome, si fa sentire in momenti come quello attuale. Non è un segreto che Aurelio De Laurentiis, vanesio e prima donna, non ami circondarsi di figure dirigenziali forti, che rischiano di oscurarne la luce. I limiti di una scelta organizzativa del genere, stanno emergendo nelle ultime settimane. Infine, non sono pochi quelli che ritengono responsabili i calciatori, in primis i senatori, colpevoli di scarso attaccamento a quella maglia che tanto ha dato loro. Aria di separazione in casa si respira anche all’interno della squadra e della società. In questi casi, la cronica mancanza di comunicazione alimenta ipotesi assurde. La sosta per gli impegni delle nazionali arriva al momento giusto. Due settimane di stop dovranno servire per rimettere ordine in questa situazione ingarbugliata. Se davvero avete rispetto per chi vi ha sempre sostenuto, è arrivato il momento di dimostrarlo…con i fatti.
a cura di Riccardo Muni