G. Borrelli:  «Non ci saranno epurazioni, sbagliato opporsi al ritiro» 

Parla Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto a Napoli e grande tifoso azzurro

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Giuseppe Borrelli, al fascino della seduzione del Napoli non ha mai resistito, lo ha ribadito in un’intervista al Corriere dello Sport. «Quest’anno, sempre presente al San Paolo; e spesso anche in trasferta». Prigioniero d’un amore, e si può dire, almeno un giorno alla settimana («due quando ci sono le coppe»), e negli spazi che concede quella vita «diversa», da Procuratore aggiunto a Napoli, da coordinatore della direzione distrettuale Antimafia: ma, una tantum l’unico codice da assecondare, è quello del cuore.

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Un magistrato-tifoso è diverso da un magistrato e da un tifoso?
«E’ chiaro che io non sono, anche per natura direi, uno scalmanato, ma non mi neghi la possibilità di vivere la partita con composta tensione».

E il Napoli a Giuseppe Borrelli, il tifoso, cosa lascia adesso? «L’ottimismo di chi sa che De Laurentiis non smonterà questa squadra che rappresenta una delle sue aziende. Non penso affatto alle epurazioni, men che meno alla liquidazione. A fine stagione potranno andare via quei quattro o cinque calciatori che sarebbero andati via, a prescindere».

Mentre il magistrato Borrelli, sul ritiro, che posizione assume? «E’ stato commesso un errore: una scelta, che poi è una decisione della società, si accetta o semmai si cerca di discuterne, ma non ci si oppone. Siamo però nel bel mezzo di una situazione complessa, in cui è mancata la connessioni tra le varie aree del club e probabilmente prima e dopo la gara con il Salisburgo sono emerse tensioni che covavano da un bel po’».

Clima da apocalisse, così pare. «Il Napoli è ormai uno dei primi venti club europei e forse serve una struttura dirigenziale che sia al livello della società. Ma se qualcuno si augura che alla fine di questo campionato debbano essere ceduti in 17 su 21, allora si è fuori strada, perché a quel punto significherebbe, praticamente, dover ripartire da zero».

Le strategie sono svariate. «Credo in De Laurentiis, so bene che il Napoli non si lascerà andare a una rivoluzione. Sospetto che Koulibaly, Allan e Callejon debbano partire, per motivi vari, e spero che Mertens resti. Ma fa parte delle dinamiche, ci sono cicli che si concludono. Semmai, mi auguro che per i prossimi acquisti non si aspettino gli ultimi giorni delle trattative».

Però l’atmosfera è cupa e c’è una indagine della Procura sugli ultimi accadimenti. «Il magistrato Borrelli sul tema non ha argomenti: sono in ferie e non sto leggendo».

Però su Ancelotti avrà una posizione…? «L’anno scorso, il suo Napoli, in alcune partite, è stato spettacolare e persino superiore a quello di Sarri. Ma a Dimaro, dove sono andato, ho avvertito strani presentimenti, prendevamo gol da tutti e anche le prime due giornate, sette reti subite tra Fiorentina e Juventus. Direi che non sono rimasto stupito. Ma lui è Ancelotti, ricordiamocene».

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