Fu detto «Ma noi a Castel Volturno per sette sere non ci andiamo»
Sul CdS alcuni retroscena sull'ammutinamento dei calciatori e il club azzurro
Il primo giorno a Castel Volturno, il primo d’una lunga serie destinata a concludersi alla domenica mattina – per alcuni il momento in cui non resta altro da fare che tornare a casa, dare un bacio a moglie e bambini, rifare la valigia e poi partire per il raduno delle Nazionali, secondo il CdS, una settimana almeno da aggiungere a quella in corso – il Napoli sta cominciando a sbriciolarsi, (in)consapevolmente, perché la strana idea, che è anche assai pazza, induce a sragionare e a suggerire ai cinque senatori del gruppo una linea che appartiene ad ognuno: si chiama insubordinazione, poi ognuno può decidere di codificarla come gli pare, però è la volontà precisa di entrare in conflitto con la proprietà, di disattendere ad una decisione che rientra legittimamente nei poteri d’un club sull’orlo di una crisi di risultati, che poi travolgerà anche i nervi. «Ma noi a Castel Volturno per sette sere non ci andiamo».
La Redazione