Intervista esclusiva ad opera di Casa Napoli (casanapoli.net) a Fulvio Collovati. Il Campione del Mondo di Espana ’82 commenta la serie A, soprattutto la stagione, fino a questo momento, di Inter e Napoli:
Come spiega e cosa pensa di questa differenza di posizione, considerando che i nerazzurri sono partiti in punta di piedi con un assetto completamente rimaneggiato mentre i partenopei erano al secondo anno con un allenatore d’esperienza?
“La differenza, diciamo è in panchina: in questo momento l’Inter ha un allenatore che è riuscito a trasmettere qualcosa. La dimostrazione che l’Inter è una squadra che quest’anno non demorde. L’ultima partita col Bologna stava perdendo fino a a 10/15 minuti dalla fine. Questo è un po’ il DNA, lo spirito dell’allenatore che è entrato nei giocatori. Questa è una verità consolidata ormai, poi non so fino a quando duri, però la differenza probabilmente è quella lì. Il Napoli mi sembra una squadra che aldilà di qualche episodio dove è stata penalizzata, mi sembra che manchi un po’ di cattiveria e di intensità. Quella cattiveria che abbiamo riscontrato nell’Inter.
Quindi oltre a cambiare la forza economica, nell’Inter è cambiata la mentalità a partire dalla dirigenza che ha fortemente voluto un allenatore come Antonio Conte?
“Ma la forza economica, certo è fondamentale: prendi Lukaku, prendi Barella… spendi oltre 120 milioni solo per questi due giocatori. Però il problema non è che il Napoli non ha nessuno. Ha Mertens, Milik, Llorente. Il Napoli davanti è una squadra che ha delle potenzialità. Ha Fabian Ruiz che è un giocatore che vogliono tutti. Io non penso che sia una questione solo di giocatori. E’ una questione di motivazioni che il Napoli deve ritrovare, siamo appena all’undicesima di campionato, certo a 11 punti di distacco dalla Juve che sono effettivamente tanti, ma deve ritrovare una motivazione. per esempio una motivazione sarebbe quella di recuperare terreno perché il Napoli non può rimanere sesta, settima in classifica. E’ un po’ contro natura rispetto alla rosa che ha, rispetto a quello che ha fatto negli ultimi anni”.
Ma Ancelotti ha perso la sue di motivazioni secondo lei?
“No Ancelotti non ha perso le motivazioni, un allenatore non le perde. però deve trasmetterle, tutto qua. Un allenatore vuole vincere, quando qualcuno decide che vuole diventare allenatore e diventa vincente come lo è diventato lui sicuramente non perde le motivazioni. Però deve trasmetterle nel modo giusto alla squadra”.
Ancelotti ha guidato una campagna acquisti di cui si è detto soddisfatto al 100%, della sua lista sembra manchi solo James Rodriguez, eppure sembra non trovare la giusta collocazione a questi giocatori. Considerando che ha cambiato una formazione a partita e che molto spesso li impiega fuori ruolo, cosa non lo convince?
“Evidentemente non è ancora riuscito a trovare una soluzione che lo soddisfi. Quello che io dico da 1/2 mesi a questa parte è che è difficile cambiare otto formazioni in nove partite, bisogna trovare e puntare su una in particolare. Ma evidentemente lui ha un occhio particolare alla Champions League dove gioca una squadra diversa, un Napoli diverso.
Al contrario dell’Inter, perché il discorso è inverso: Conte al primo anno che allenò la Juventus ricordo che vinse lo scudetto con Matri, Vucinic perchè lui voleva fortemente lo scudetto. Ed ha capito che quest’anno evidentemente c’è più possibilità di vincere lo scudetto che la Champions. E quindi sta spingendo: è un Conte arrabbiato perché ha capito che la Juve è forte ma qualche difficoltà la sta riscontrando. In fondo l’Inter è lì, per niente lontana. La differenza l’ha fatta lo scontro diretto, se ci fosse stato un pareggio a quest’ora l’Inter sarebbe in testa”.
Cosa pensa Collovati degli arbitri e soprattutto dell’utilizzo del VAR?
“Per me un po’ il suo utilizzo viene anche esasperato. Gli arbitri hanno il timore di sbagliare ed in questo mancano di personalità, per cui di conseguenza c’è sempre questa richiesta spasmodica di dire ‘io vado al Var’ è per quello che ha lasciato stupiti che in una partita come Napoli-Atalanta l’arbitro Giacomelli non sia andato al Var. Perché poi i suoi colleghi ci vanno eccome, tutto qua.
Il Var doveva essere usato per riparare ad un errore dell’arbitro, invece adesso c’è una ricerca costante al Var, nel corso di una partita di 90 minuti ci vanno 5/6 volte e credo sia un uso esagerato e a volte mal interpretato. Perché ad esempio sui falli di mano non c’è uniformità, non si capisce più niente, ognuno interpreta liberamente e si crea confusione. Giacomelli invece non c’è andato: tutti hanno avuto dei dubbi ma lui no”.
Giacomelli è un arbitro che non ha dubbi e nel caso non ha ascoltato il consiglio di Var e AVar. Lorenzo Insigne ha raccontato in un’intervista che pur avvisato dalla regia del fallo su Lozano, l’arbitro sia sia fidato solo del proprio giudizio, ricordando peraltro al giocatore di non aver brillato in partita.
“Questo non lo so e non voglio entrare nei meriti della cosa, ai miei tempi c’era un rapporto di rispetto tra l’arbitro e il giocatore, adesso vedo dei capannelli dei giocatori intorno all’arbitro e mi sembra esagerato. Quello che dico è che la figura dell’arbitro deve tornare ad essere centrale, deve essere rispettoso nei confronti dei giocatori e a sua volta deve essere rispettato. Se non è convinto della sua decisione ha l’aiuto di questo mezzo meccanico e può andare a controllare. ma non può ricorrere al Var dieci volte a partita, ormai le partite durano 110 minuti, è diventata una cosa ridicola”.
Parlando, di un altro argomento scottante che è venuto fuori soprattutto nelle ultime partite. Giacomelli ha fermato la partita per cori di razzismo territoriale e Balotelli ha tirato il pallone sugli spalti e voleva abbandonare la partita.
“Siamo stati deboli per anni ed è ora di rendersi conto che non sono solo quattro imbecilli che inveiscono, che insultano, sbraitano. Sono persone infiltrate nelle curve ma anche nei settori che dovrebbero essere più tranquilli. E’ ora di finirla: viviamo in un mondo dove c’è integrazione, globalizzazione, sembra un atto di inciviltà che nel mondo di oggi non va accettato. per cui molto è stato fatto ma bisogna ancora fare molto. Non si può pensare che siano solo le forze dell’ordine a smascherare questi quattro delinquenti che insultano. Bisogna denunciare ed allontanare dagli stadi”.
Per finire, ad un difensore campione del mondo come Fulvio Collovati, non si può non chiedere cosa pensa della difesa del Napoli…
“Riguardo la difesa del Napoli, io ho una grande ammirazione per Koulibaly ma deve ritrovare se stesso, la realtà è questa. Probabilmente è arrivato tardi, non ha fatto preparazione, lo vedo distante dall’uomo come nel caso di Ilicic sul gol del 2-2. Al momento non è quel Koulibaly tra i migliori difensori al mondo, questo è fuori discussione, se tornasse quello dell’anno scorso allora serebbe davvero tra i migliori al mondo. Ma in questo caso dimostra insieme a Manolas di non essere da Napoli. Il Napoli ha incassato 14/15 gol, deve ritrovare la sua compattezza e soprattutto Koulibaly deve ritrovare la sua sicurezza. Ha perso Albiol che evidentemente gli dava più sicurezza, però non possiamo limitare il discorso. Io l’ho giudicato individualmente ma parlando di reparto è indubbio che la mancanza di Albiol si senta”.
E’ opinione comune, quindi, che la squadra abbia le potenzialità per raggiungere buoni risultati, ma deve crederci. Un Napoli ancora in costruzione, alla ricerca di motivazioni per salvare una stagione che non si può buttare alle ortiche.