Da piccolo voleva fare il ballerino. Oggi Gennaro Tutino ha imparato a ballare, ma tra le linee dell’attacco. Ha 23 anni, e questa è la sua prima stagione da protagonista in Serie A. Ci è arrivato per step: un gradino alla volta. Ma senza mai tagliare il cordone che lo lega al Napoli. Perché il suo sogno è sempre quello di indossare la maglia azzurra e perché De Laurentiis e Giuntoli vorrebbero riportarlo nuovamente a casa e fare di lui il nuovo Insigne.
VITA NUOVA
Ecco perché quando è arrivata in estate la chiamata da parte del Verona neopromosso, il Napoli è stato chiaro: «Ok, ma solo in prestito». Ma d’altra parte sarebbe stato difficile immaginare una risposta diversa dopo la grande stagione da protagonista assoluto in Serie B con il Cosenza. Quella sì che è stata la sua vera consacrazione dopo qualche anno di troppo perso per strada tra prestazioni da incorniciare a qualche incidente di percorso. Il tutto con il Napoli sullo sfondo perché i ritiri estivi a Dimaro con Sarri e con Ancelotti non possono essere dimenticati, né tanto meno considerate esperienze solo di passaggio. La svolta, però, un anno fa a Cosenza, quando grazie alle cure dell’allenatore Braglia, il giovane Tutino ha preso totale consapevolezza dei propri mezzi. Un po’ prima punta, un po’ esterno e un po’ trequartista: basta che si trovi a due passi dalla porta avversaria, gli va bene. I 10 gol in 33 presenze nella passata stagione non possono essere considerati un caso, anzi. Sono la logica conseguenza dell’esperienza precedente alla Carrarese in Serie C dove aveva iniziato a trovare continuità (15 presenze e 2 gol).
Fonte: Il Mattino