Sugli infortuni parla Sinatti: “Senza intensità il margine di errore è più alto”
L'ex preparatore del Napoli di Sarri parla anche degli infortuni in casa azzurra
Sei k.o. in poche settimane di campionato e Champions, è emergenza infortuni in casa azzurra. «Nel nostro Napoli, abbiamo terminato stagioni anche senza infortuni muscolari: studiando la cilindrata di ogni atleta, riuscivamo a limitare al massimo anche la casualità. Tutto sta nel comprendere che tipo di sforzo la struttura del calciatore è in grado supportare».
A dirlo è Francesco Sinatti, preparatore atletico del Napoli di Sarri
.A cosa attribuisce questo elevato numero di infortuni muscolari? «Sono certo che il Napoli sia seguito da uno staff di grandi professionisti. Bisogna capire che tipo di studio viene fatto e che tipo di risultati si punta ad ottenere. In particolare,c’è da capire se si guardano ai dati delle singole partite o se si riflette su una crescita più complessiva».
Crede che il Napoli possa crescere come condizione? «Nei nostri studi scientifici, abbiamo valutato che il lavoro di preparazione atletica può portare,dopo aver analizzato la cilindrata di ogni singolo calciatore,uno sviluppo delle potenzialità pari al 30-40% delle condizioni di partenza.Non conosco la metodologia di allenamento usata ora, gli studi fatti,ma direi che i margini ci sono per una possibile crescita».
Anche perché,questo avvio di stagione il Napoli ha dato la sensazione di una forma fisica non sempre importante. «Guardando dall’esterno, la sensazione è che Atalanta,ma soprattutto Inter abbiano maggiore intensità, riescano ad esprimere un’intensità molto continua nell’arco dei novanta minuti,senza grandi pause. Il Napoli,ma anche la Juventus,non regalano la stessa sensazione e questo può comportare un margine di errore molto più alto».
Esiste una correlazione tra intensità ed errori? «Se c’è qualcuno che pensa che Milik non sa più segnare o che Allan sia quello che può sbagliare qualche chiusura o che qualche altro azzurro abbia dimenticato come si effettua un passaggio, si sbaglia di grosso. Se mantieni l’intensità per i novanta minuti, allora riesci a sopportare meglio lo stesso sforzo fisico,ma anche il gesto tecnico viene influenzato. Senza intensità, si sbaglia molto più facilmente anche una chiusura difensiva.Gli studi di scienza dello sport dimostrano come le qualità tecniche debbano esser supportate dal punto di vista fisico».
Qual è il suo consiglio, in tal senso? «Credo che si stia sottovalutando l’importanza del lavoro aerobico. Allenarsi senza palla è fondamentale, l’allenamento aerobico è funzionale alla lucidità. Senza una condizione fisica eccellente, il sistema nervoso non riesce a codificare e leggere le varie situazioni che si presentano in gara. Un calciatore, a questi livelli,deve prendere decine e decine di decisioni in un istante. La lucidità deve esser al top, per questo la forma fisica è propedeutica a prendere decisioni in campo. Solo lo scemare della lucidità incerti momenti della gara porta a vedere degli errori che, altrimenti,non sono spiegabili: anche perché, come nel caso dei calciatori del Napoli,parliamo di atleti di primo livello da tutti i punti di vista. Anche se in allenamento interiorizzi tutti i concetti, in partita non riesci a metterli in atto se non hai la giusta lucidità».
Allan,Milik: le menziono anche Koulibaly. Quanto stanno incidendo Coppa d’Africa, Coppa America e l’infortunio in pre-campionato? «Siamo ad ottobre,stiamo parlando,nel caso di Allan e Koulibaly, a giocatori abituati a fare sessanta partite l’anno. Qualche difficoltà non credo sia attribuibile, a questo punto della stagione, ancora a quelle competizioni. Per Milik può valere lo stesso discorso, anche se è tornato più tardi a disposizione: ancora qualche giorno e potrà tornare al top della condizione»
La Redazione