Intervista al pentito del pezzotto: “Guadagnavo 40 mila euro al mese”

Queste le parole del pentito ma soprattutto ecco cosa avviene dietro le quinte

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E così dal nulla, il giovane napoletano, prima dell’arresto, era arrivato a gestire circa 350 pannelli, i cosiddetti reseller, che a loro volta gestiscono dalle 100 alle 1000 persone. «Avevo circa 40.000 utenti e guadagnavo più o meno 40.000 euro al mese». Per lavorare usava macchine potenti e si serviva di Worldstream. «A Worldstream davo 2000 euro a server, per un totale di 10.000 euro al mese. Mi hanno scritto più volte per dirmi che stavo trasmettendo un flusso pirata di Sky, e che dovevo smettere per violazione del copyright. Io ho risposto che era un errore e che avrei provveduto a cancellarlo. Ma poi non si facevano più sentire e io continuavo. Alla prima email che ricevi hai paura, poi capisci il loro gioco e vai avanti. E infatti non mi hanno mai chiuso un server»

LA CAMORRA

«Secondo me Sky ha solo una soluzione possibile per contrastare i flussi pirata: chiudere i DNS, cioè i software che servono per mascherare gli indirizzi Ip dei server, e che vengono tranquillamente acquistati online. Anche se l’Iptv con 10 euro è un servizio imparagonabile rispetto a Sky, anche perché il servizio offerto è maggiore. Anche abbassare il costo del pacchetto potrebbe essere una soluzione per contrastare i flussi pirata». Infine l’uomo ammette che il mondo del pezzotto attira anche la camorra. «Il legame fra il pezzotto e la camorra c’è. La camorra serve per creare la centrale, dove vengono estratti i flussi dai decoder, il cuore da dove tutto nasce, perché per farlo c’è bisogno di tante Postepay. Chi si fa installare il pezzotto a casa deve avere paura, perché alimenta le persone sbagliate, i malavitosi». Anche per questo il giovane si è pentito.

Fonte: Il Mattino

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