Le notti di Champions alle volte portano pericolose scorie. Alle volte, però. Perché altre sono capaci di farti scoprire quello che fino a ieri non pensavi di avere. Forze segrete, o forse meglio dire nascoste. Il Napoli lo ha provato sulla propria pelle dopo la partita di martedì vinta al San Paolo contro il Liverpool. Non solo la consapevolezza di avere una squadra forte e competitiva anche ai massimi livelli internazionali, ma anche quella di essere in possesso di armi segrete che all’occorrenza si possono trasformare in chiavi per vincere.
SPINE NEL FIANCO
I terzini bassi di questo Napoli, infatti, sono stati la nota più bella di una sinfonia perfetta e curata in ogni dettaglio. E pensare che i due interpreti in questione (Di Lorenzo e Mario Rui) hanno storie per certi versi simili. Da un lato il volto nuovo, quello di un giocatore che fino a tre anni fa giocava in Serie C e che adesso è un patrimonio della squadra. Giovanni Di Lorenzo è stato il primo acquisto estivo del Napoli. Per questo, forse, accolto un po’ in sordina. Perché invece di venire dal Real Madrid o dal Manchester City, è stato acquistato dall’Empoli, retrocesso in Serie B lo scorso maggio. Eppure Di Lorenzo di quella squadra era stato il punto di forza: 37 presenze, 5 gol e 3 assist: dici poco per uno che era alla prima stagione in serie A nella sua carriera. A Napoli è arrivato in punta di piedi, ma ci ha messo poco a scalare tutte le gerarchie e conquistare una maglia da titolare fin dall’inizio. Tre gare su tre da titolare in campionato (con tanto di gol contro la Juve e assist contro la Sampdoria) e subito dentro contro i mostri sacri del Liverpool in Champions, quella competizione che fino a martedì aveva visto solo dal divano di casa. Nessun timore reverenziale per Manè e per i campioni in carica, perché Giovanni ha gambe forti. Come una tigre, quella che ha tatuata sulla coscia e che ruggisce, proprio come lui in campo.