L’incavolatura di Ancelotti? Capito il motivo, la consegna dello spogliatoio era per il 31 agosto
L’incavolatura di Ancelotti per lo spogliatoio non pronto ha colto di sorpresa un po’ tutti ma il mister non è matto. Sulla consegna dello spogliatoio non esiste un solo pezzo di carta dove ci sia segnata una data. Di qui un’altra marea di inciuci. Il direttore dei lavori e progettista dei lavori Filomena Smiraglia, racconta: «Esiste un cronoprogramma interno all’amministrazione, perché lo stadio lo consegno al Comune, oggi io non lavoro per il Napoli. Posso dire che con il club abbiamo collaborato sulla questione dello spogliatoio». Una versione che contrasta un po’ con quella del sindaco: «Secondo me si sta montando un caso – dice l’ex pm – e potrei fare anche io un po’ di polemica perché guarda caso lo spogliatoio è l’unico segmento di cui non si è occupato il Comune». Rinviando la palla nel campo dell’Aru, Agenzia per le Universiadi retta dal commissario Gianluca Basile e della Regione che ha stanziato i fondi per il San Paolo. Pronta la replica del vicepresidente dell’ente di Santa Lucia Fulvio Bonavitacola: «C’è stato un ritardo – dice – nell’adeguamento degli spogliatoi ma Basile mi aveva assicurato che era necessaria solo una pulizia. Le immagini, a chi non è del settore, possono trarre in inganno: c’è stato un equivoco. Se ci fosse stata malizia, Ancelotti avrebbe dovuto chiedere scusa, ma non è questo il caso». Dal Calcio Napoli viene fuori invece un gentlemen’s agreement in base al quale il 31 agosto lo spogliatoio doveva essere consegnato e probabilmente questo è stato detto ad Ancelotti di qui il suo sfogo. Il Napoli avrebbe chiesto di giocare le due prime partite fuori casa in modo da avere 10 giorni di tempo per allestire il suo spogliatoio, arredato con mobili della Società e brandizzato «senza affanni e con la solita logica dell’emergenza». Fonte: Il Mattino