Emre Can? Contro Sarri non è il primo. Ricordiamo Giaccherini: “Non sa gestire il gruppo!”
Emre Can, il tedesco, escluso da Sarri dalla lista Champions, ha usato parole al vetriolo nei confronti del suo allenatore. «Sarri mi ha comunicato l’esclusione dalla lista Champions senza motivarla, con una telefonata di 60 secondi. Sono arrabbiato e scioccato», ha tuonato dal ritiro della Germania, il giorno dopo l’esclusione dall’elenco consegnato dalla Juventus alla Uefa per la prima fase a gironi della Champions: «Ho scelto di rimanere a patto di essere in Champions League – si legge nell’edizione online del quotidiano tedesco SportBild – Ma mi fa arrabbiare, sono stato escluso anche se ho fatto delle belle partite la scorsa stagione in Champions League». Emre Can parlerà con la società al rientro dal ritiro con la Germania: «Non me l’aspettavo, ho discusso con il club, anche con il mio agente era a Parigi che trattava con il Psg: se l’avessi saputo non sarei rimasto». Poi, probabilmente dopo la chiamata del ds Paratici, le scuse al club. Ma non a Sarri: «Sarò sempre grato alla Juventus e al modo in cui mi hanno supportato e sostenuto in modo particolare durante il mio periodo di malattia». Insomma, chiaro che il tedesco si stato richiamato all’ordine dopo la sparata legata alla delusione.
NON È IL PRIMO
A maggio, anche Gary Cahill che col Chelsea in stagione ha giocato solo una partita in Premier League e sette in tutte le competizioni disse: «Non mi è mai arrivata una spiegazione per la quale sono stato tenuto così tanto fuori. Se un giocatore non gioca per due o tre partite è un contro, non ha bisogno di spiegazioni. Ma se arriva a otto, nove partite consecutive fuori, allora è diverso. Ma Sarri non ha mai spiegato le sue ragioni. Non posso portargli rispetto se lui non lo ha per ciò che noi abbiamo fatto per il club». Sembrava sentire Giaccherini che pure non gliele mandò a dire: «Non sa gestire il gruppo, ha problemi con le riserve per lui esistono 14-15 giocatori. E tutti gli altri no». Insomma, non tutti lo amano. Ma è normale che sia così. Fonte: Il Mattino