CdS Campania – “Koulibaly cosa ti succede?”

0

Kappakappa è giustamente considerato il più forte difensore del mondo. Pochi lo ritengono inferiore a Van Dijk e De Ligt, le altre eccellenze del ruolo. Kappakappa piace ai top club, alla stampa, alla gente: è un personaggio positivo, ricco di sostanza, uno da corpo a corpo in campo e che, fuori, si batte esponendosi con generosità per i propri diritti e per quelli del prossimo. A Napoli gli sono devoti, l’hanno eletto a simbolo anche per la sua immediata adesione alla napoletanità: dopo l’autogol di Torino, superato lo shock iniziale, quasi tutti i tifosi si sono mostrati dispiaciuti per lui prim’ancora che per l’amarissima sconfitta. 

 

Factory della Comunicazione

Koulibaly non è ancora un caso, ci mancherebbe: ma le sue prestazioni negative – che, sia chiaro, non ribaltano il senso di quanto avevamo visto fino allo scorso maggio – fanno rumore. Ancelotti è chiamato a evitare che lo diventi.
Rientrato in Italia più tardi dei compagni per via della coppa d’Africa e quindi con una condizione generale approssimativa, nelle prime due uscite di campionato Kalidou si è infatti reso responsabile di cinque dei sette gol subiti dalla squadra.
Durante il mercato si è scritto molto su Kappakappa: si è parlato di richieste dalla Premier, in particolare dal Manchester United: cento, centocinquanta milioni a vai col liscio e busso. Offerte che non sono mai effettivamente giunte al Napoli; Napoli che a più riprese aveva peraltro dichiarato l’incedibilità del giocatore, almeno per quest’anno.
Qualcuno è convinto che le voci di fuori non abbiano fatto bene a Kalidou: necessario che recuperi in fretta la serenità e la forma dimenticate – naturalmente non è il solo a essersi presentato non al massimo: lo stesso De Ligt, dalla parte opposta, ha esordito come peggio non avrebbe potuto.
La verità del calcio e della vita è che quando ti eleggono a fenomeno il carico di responsabilità aumenta in modo considerevole, non puoi tradire la tua classe e hai diritto a un numero ridottissimo di errori. Cinque, tutti puniti, in due sole partite non sono la ricerca acrobatica di un peggioramento ma una serie di indizi da non trascurare e richiedono un’attenzione supplementare. Fonte: CdS

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.