Ieri difensore e campione del mondo, oggi Beppe Bergomi è opinionista Sky. La sua voce accompagna l’evolversi delle partite che tantissimi italiani seguono dal divano di casa. Sabato sera, sarà lui ad affiancare Fabio Caressa nel racconto del big match Juventus-Napoli. Ai microfoni de Il Mattino analizza la prima di serie A, andata in archivio tra polemiche e rigori dubbi. Soprattutto in relazione alle nuove regole sul fallo di mano…
Le sue impressioni sulla prima giornata dal punto di vista degli interventi del Var? «Mi aspettavo che potesse andare così». Perché? «C’è stato un cambiamento delle regole. Il criterio della volontarietà nel fallo di mani resta, ma ora diventa ancora più soggettivo. In questa prima giornata ci sono stati tre casi analoghi: a Firenze, a Udine e Cagliari e secondo me nessuno dei tre era rigore. Detto questo, due sono stati concessi e uno no. Ma io mi chiedo: come fa un difensore a saltare con le braccia attaccate al corpo? Per me quello di allargare le braccia è un movimento naturale».
Cosa cambia per i difensori? «Tantissimo. In tal senso utilizzo una frase di Boban: “Un difensore non può muoversi come un pinguino”. E ha ragione perché ora devi stare attento. Per me quello di Cerri non è mai rigore e ora psicologicamente cambia molto perché sei a rischio in ogni situazione. Anche Corini ha detto di ritenere naturale il movimento dell’attaccante del Cagliari».
Lei condivide questo nuovo regolamento? «Avrei mantenuto la situazione di prima. Ora è tutto troppo fiscale. Anche perché un gesto come quello di Cerri contro il Brescia non è mai volontario. Tutti i difensori adesso dovranno stare ancora più attenti, anche se quando stacchi di testa è impossibile non aprire le braccia. E poi c’è un rischio ulteriore».
Ovvero? «Che tanti attaccanti inizino a lamentarsi ancora di più al minimo contatto in area». Lei che consigli può dare ai difensori? «Difficile: fare il difensore ai miei tempi era un’altra cosa. Ora devono tenere le braccia il più possibile aderenti al corpo. Anche se capisco che è difficile.Adesso un allenatore cosa può dire a un suo ragazzo?».
Sabato sera c’è subito Juve-Napoli: che partita si aspetta? «Ho visto bene la Juve anche se non si è notata subito la mano di Sarri. Hanno preferito andare sulle certezze e si sono affidati agli stessi uomini degli anni scorsi. Il Napoli ha le sue certezze, il suo modo di stare in campo.Magari a Torino cambierà qualcosa: il trequartista non sarà un centrocampista ma un attaccante».
Fonte: Il Mattino