Ottavio Bianchi: “Icardi? Nei 16 metri è fortissimo”

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  Ottavio Bianchi, mister scudetto 1987, è davvero certo che questo possa essere l’anno giusto per vincere il campionato. Bianchi, si inizia da Firenze. «Non un esordio semplice, perché la Fiorentina è piena di entusiasmo per il cambio di proprietà e per l’acquisto di Ribery, ma questo Napoli che ha cambiato così poco parte in netto vantaggio rispetto a tutti».

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«Io sono un inguaribile ottimista, poi magari tra poche giornate mi arriva addosso una secchiata d’acqua gelida perché la Juve inizia a vincere come sempre. Ma se volete da me la griglia della prossima serie A metto davanti a tutti il mio Napoli».

Perché dice questo? «Mica è questione di poco conto avere la stessa ossatura di un anno fa e lo stesso allenatore di un anno fa. Nel calcio queste cose hanno un peso».

Lei vinse così: primo anno di assestamento e poi… «Conoscevo l’ambiente, avevo il vantaggio di averci giocato. Arrivammo terzi e l’estate dopo intervenimmo con pochi ritocchi. Prendemmo Carnevale, De Napoli e facemmo rientrare Volpecina dal prestito. E a novembre sistemammo il centrocampo con Romano».

Sarri e Conte cosa portano in più a Juve e Inter? «Lei davvero crede negli allenatori che vincono le partite? Io non ci homai creduto. Crede nei gruppi che riescono a superare mille difficoltà».

Non avere Sarri in panchina oggi sarà un handicap? «L’allenatore moderno prepara ogni cosa alla perfezione durante la settimana. Lo sarebbe se avesse a disposizione il il time out, come nel basket. In quel caso un tecnico sarebbe più influente. Ora mi pare che quello che vedo fare da molti tecnici in campo è più che altro per fare spettacolo, d’altronde per quello che vengono pagati giusto pure che facciano gli attori».

Dunque, lei dice: Napoli, Juve e Inter. Giusto? «Giusto. Con un’incognita: Icardi. Al di là dei fattori esterni al campo che sono affari suoi ma che nell’ultimo campionato ne hanno condizionato negativamente il rendimento, l’argentino è calciatore d’area di grande qualità, nei 16 metri avversari è unico. Insomma, può cambiare gli equilibri questo è certo».

Lamoda dell’estate: gli allenatori che chiamano i calciatori. Lo faceva anche lei? «Ma scherza? È un po’ come legarsimani e piedi. E se poi non lo fai giocare che gli dici se quello ti rinfaccia la telefonata? Per me è una cosa che non sta né in cielo né in terra».

Il colpo dell’estate? «De Light.Messo a segno da una società che, però, mi sta sconvolgendo:mai visto prima tanta confusione nella Juventus come questa estate. A pochi giorni dalla fine delmercato non sanno se va via Higuain o Dybala, se viene questo o quello».

Balotelli ha la sua grande occasione? «Basta con Balotelli. Di occasioni ne ha avute tante nella sua carriera. Spero che nessuno stia lì ad aspettarsi chissà cosa da lui».

Il calcio italiano si sta avvicinando al resto dell’Europa? «Lei lo dice perché sono arrivati Lukaku, Ribery e così via.Ma è tutta gente che faceva fatica a giocare nei propri club: se li hanno dati via e perché c’è gente migliore di loro. Sotto questo punto di vistameglio il Napoli: è andato in Olanda e ha preso un big, una stella, una prima scelta. Lozano è uno di quelli che merita il prezzo del biglietto».

Concludendo: per il Napoli è l’anno giusto? «Sì. Tutto dipende da loro. Poi con i risultati si potrà incendiare l’entusiasmo di una piazza che potrebbe diventare un’arma esclusiva in una volata per lo scudetto».

Fonte: Il Mattino

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