Approfondimento – A passettini piccoli c’è il nuovo che avanza!
Eh, sì. Il Napoli è una questione di famiglia. Sugli spalti, come alle transenne per gli autografi, così come in campo. C’è sempre l’intera famiglia a guardare ed attendere, con il nonno che parla quasi esclusivamente il napoletano, il papà e la mamma che utilizzano un idioma per lo più neutro ed un nipotino che si esprime in toscano, emiliano, veneto…Ma ha indosso il cappellino azzurro, la maglietta autografata e conosce a memoria i visi di tutti i suoi eroi, tanto da chiamarli per nome. Tutti. Non per cognome, per nome. Lorenzo, Dries, Nicolas, Faouzi… Ci sono il vecchio ed il nuovo a definire e delineare il Napoli, ad aspettarlo, anche sul terreno di gioco. Anzi, in campo, c’è il “nuovo” che ti corre incontro. E non si tratta di Gianluca Gaetano, astro nascente del calcio made in Partenope, ma di “qualcosa” che si muove ancora a passettini incerti, ma ha voglia di correre, di farsi abbracciare, magari prendere in braccio e fare un mezzo volo. Nonno Carlo lo sa ed aspetta: per un bacino, una coccola, una carezza. Perchè anche sul prato verde di Carciato il Napoli è un bene di famiglia, qualcosa che si trasmette, di generazione in generazione. Perchè il calcio è, senza dubbio, la più importante delle cose meno importanti (Re Carlo docet), il Napoli è senz’altro qualcosa di più, mentre quel nuovo che avanza, a passi incerti, ma fiduciosi, ha un’ importanza che no, non puoi misurare.
a cura di Gabriella Calabrese