Non si definisce Koulibaly, non si può. Semplicemente perchè le definizioni sono finite. Una montagna molto ardua da scalare e che, difficilmente, lascia la possibilità agli avversari di approfittare di una sua crepa per sorreggersi. Di solito la sua solidità “costringeva” gli attaccanti avversari a cambiare spessissimo posizione. A Napoli è arrivato imparando da Benitez come le posate su di una tovaglia, potevano diventare movimenti e schemi di un campo di calcio. Adesso sembra difficile pensare che per un periodo Don Rafè gli abbia preferito Britos! Con Sarri, la meritata e definitiva consacrazione di chi il campo non lo lascia mai. Ancelotti, per non privarsene, ha fatto riferimento a catene e lucchetti, per cui…
Fonte: Cds